C'è un rettifilo fra Borgio e Finale
sguarnito d'impianto balneare,
ma adorno d'una cava, un cimitero,
e fra gli scogli euforbie e cinerarie,
di euforici abbagli di buriana,
quando onde enormi invadono la strada.
Sembrava, andando a scuola la mattina,
che il pullman tremasse correndo
ad intanarsi nella galleria
e a bordo si sfatava lo spavento
chi coi baci chi con la goliardia.
Prima a mare e poi a levante e ponente,
l'Aurelia è stata nostra via maestra,
che anche adesso, distanti, ci raduna.
Nel lampo in cui fissiamo l'orizzonte
da una qualsiasi duna di fortuna,
assomma in noi resse e deserti,
estati e autunni, nostrani e foresti.
Quando all'ora che il sole più non sale
ci narcotizza un coro di cicale,
riappare in sogno il luccichio del sale:
l'oro sul rettilineo per Finale.
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