A lei,
che l’anello come novello sposo
ha messo al dito
tra le nebbie degli incensi,
tra gli applausi dei fedeli curiosi e devoti,
porga la sua benedizione
a questi versi liberi e sinceri
rivolti al cuor suo di pastore.
Raccolga gli infelici, li consoli.
Ricordi loro che Cristo
predicò più con l’esempio
che con la parola. Metta in guardia i giovani
da chi cammina col collo torto e il viso basso
e assolva chi pur in quaresima
mangia di grasso.
Inviti i giovani a ballare
liberi di far l’amore
e quando essi timorosi,
si confessano dica loro:
quel che è stato è stato,
far l’amor non è peccato.
Non bacchetti eminenza reverendissima la donna
che la sua libertà cerca e trova
perché il peccato d’amor Dio lo perdona.
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