Proprio ora venni al tempo del seno
in seno alla mia amata. Era una tipa
in fuga da un mondo vecchio e duro
e partii da lei con lei di fianco. Su di noi
contava la Terra per una parte solida
e per tre parti d’acqua costose.
Come me e lei, voi tutti: continenti
in cui un ponte passato non equivale
a un guado futuro e il letto traversato
è assolutamente a cura del piacere.
Del viaggio ricordo la corriera
- significa mia madre in corsa unica -
che pativa le vene a gomito. Il sangue
in cuor suo legava gli urti dei pubi
ai figli venturi come ai sogni teneri.
Non seppi cosa fosse finché rimasi
nel luogo delle pulsazioni, ma poi
i tessuti cedettero mano a mano
e prese piede il congiuntivo della vita:
ti porti bene uscirne e ti sia dono
il suo favore. Purtroppo, lo sapete,
il desiderio è quella parte gelatinosa
che cola sulle lenzuola - se non altro -
e lascia un girasole mai al sole
tranne per la mistura di gonfiori
ed incassi chiamata respirazione.
Della sua bocca che saliva,
chiara della canizie dei gigli,
ho detto la magia di darmi gioia
per come io la vedo ancora, ma.
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