Stanotte, la luna piena
fa da contorno al mio tormento.
Allunga le sue dita spettrali
fino all’interno della stanza,
penetrano nel mio petto
si serrano attorno al cuore
e sembrano soffocarlo.
Lì, nell’intenso chiarore
che rischiara la finestra
appare la tua figura:
la tua pelle bianca luccica d’avorio;
la tua chioma fluente ondeggia cupa
e appare e scompare in scintillii d’argento.
Te ne stai eretta, immobile e muta.
Quanto è spettrale la tua figura!
Sei spirito della notte
venuto da lontano a togliermi il sonno.
Allungo una mano, verso di te
mentre lacrime chiuse da troppo tempo
emergono con potenza di fiume.
E tu, lievemente, scompari,
ti dissolvi nel chiarore di luna.
Un ultimo singulto
prorompe dalla mia gola arida.
La luna biancheggia ancora.
E io ricado sul letto
avvinto dal sordo dolore
che accompagna le mie notti.
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