Pubblicato il 09/06/2019 16:17:44
Nel mattino nuvoloso si spegne l’entusiasmo e quando l’umore si rattrista ampio è lo spazio per lo sconforto.
Un chiodo usato dal carpentiere è lì sul marciapiede, altre cose al lato opposto sono ammucchiate e le brezze di ponente le fan volare.
Una porta si schiuse improvvisa, e ravvivata la vista dalla figura matura che spiccava tra le altre che mi sembravano scaltre, chiesi il prezzo per un’ora condivisa.
Nella stanza una poltrona a sofà e il profumo d’incenso saliva dal basso verso l’alto in deliziose spire.
Felice gustavo il suo profumo e, seguivo il movimento del suo corpo sopra il mio.
Le labbra glabre rosse e umide come le ferite le gustai. Erano squisite.
Con sdegno quando mi confessai il prete mi disse: volgare!
Poi non so come mi diede l’assoluzione.
Non mi sentivo affatto peccatore ma schiavo della bestia che ancor oggi mi rode l’anima e il cuore.
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