Sembra in alcuni periodi della vita, sfoltirsi d’improvviso, il contorno delle persone che da sempre hanno orbitato nei nostri giorni. Il verificarsi di questi eventi, talvolta imprevedibili, altre conclusivi di situazioni dolorose trascinate da tempo, acuisce nella nostra coscienza l’entità di quegli irrisolvibili perché, radicati in noi, ai quali non riusciamo a dare risposta, né spiegazioni che abbiano un senso compiuto, secondo il nostro sensibile sentire.
Forse l’impostazione che, in linea di massima ci viene data, sin dai primi anni di vita, sul creato e sulla morte sarebbe pressoché inesatta, perché in realtà non terrebbe minimamente conto del fatto che prima del meraviglioso dono esistenziale eravamo nulla e tornare ad essere nulla dovrebbe essere una manifestazione accettata con naturalezza; un passaggio obbligato dopo una meravigliosa sintesi d’esistenza che permetta di conoscere le fattezze della natura, la tecnologia dell’uomo e tante incredibili emozioni che trasformino continuamente le sensazioni dell’anima. Accettando, quindi, la diversità e la lunghezza di questo percorso, per ognuno di noi, significherebbe essere dotati di misurata logica mentale, eppure il discorso risulta davvero arduo.
Infatti l’idea di non poter più godere della presenza e del calore di un individuo a noi caro crea uno sconforto indicibile, complesso da accettare e superare, e il desiderio di avere vicino la persona scomparsa pare ancor più tenace.
Eppure dopo un’assidua ripetizione di questi dolorosi eventi la signora in nero sembrerebbe, apparentemente, lasciarci più indifferenti, nel suo alitare senza tregua su anime che si estinguono…come se il suo tracciato facesse parte di un progetto prestabilito, da portare avanti senza un attimo di respiro…quello ultimo di cui si appropria con ferocia, senza un tocco di ritegno per il volto che gela...
@Silvia De Angelis
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