La toccata e fuga della mia parte in fiamme
del mio amore in festa della musa maestra
lacera lo spazio-tempo
costringendolo ad un duplice lavoro
durare per sempre e sparire in un attimo
appena una cicatrice sul muro.
Ma l'apparenza sillabata
di un antico saluto
non dura la bellezza
che scontorni con gli occhi
e così ti guardi, ti aiuti
a riconoscere le esistenze
come individui scrupolosi.
E potrei andare avanti per vicoli tortuosi
senza arrivare mai a niente all'infinito.
Oh, sarebbe davvero così bello
accarezzarti la nuca
mentre mi ascolti parlare e non dormi?
Nel letto soltanto noi due
il cane a terra in presa magnetica
sul massetto dipinto e il gres porcellanato
con triste cautela catartica affilare
le proprie unghie su strati di tessuto e metastasi.
Il pensiero della morte drizza gli atomi.
Il sonno della ragione genera mostri
mi consenta pochi sogni bellissimi.
Voglio essere, voglio essere! O voglio avere?
Maledizione, ho sempre fame
tanto da non riconoscerla più
come certi falsi naif.
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