Anche le nuvole sono diverse
in quest’esilio, anche i gelsomini hanno
un altro colore. Le spade appese
alla parete, tutti i trofei furono
rubati. Suona a scherno la cicala,
clandestini si gira tra stranieri,
la patria un’altra, lontano, una fiala
di narcotico. Lì, il tiranno, che ieri
ci bandì via, detta legge, noi qui
senza cittadinanza, vie in dissesto.
Il nostro cielo era un altro, non qui,
il nostro rango diverso, non questo.
L’alba ci coglie sempre in alberghi ospiti,
sempre la sera a spiare l’orizzonte
se laggiù le vele dei fuoriusciti
a prelevarci dal sud sopraggiunte
si staglino per la riscossa, prima
che il sipario cali sul giorno. Ma apre
e così chiuda sue valve ogni lama,
manca la perla alla conchiglia sempre.
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