Non è darsi schiava a risolver pena,
offrendosi a svalutarsi con tanta
forza; poi che, convinti, ci si vanta
di tenercelo lercio e prono il beccaio
domo in quell'alcova ch'è la mente.
Sola tinna carillon alle orecchie.
Culla di sogni perversi fuggenti
tra parentesi rincorsi, senz'altro
esito che un coma: stato d'animo
sospeso, diversamente impiccato
ad un chiodo sul giaciglio in testa.
Sola canticchia una ninna di vecchie.
Ci si potrebbe intuire un dolore altro
e di qualche perla d'orgasmo il cambio:
subìto uno scambio per qualche dose,
spenta andando in solitario, oltre
d'ogni pensiero svuotata e svenduta.
Sola sussurra d'una gerla in spalla.
Lasciando di sè orma drogata, prima
di tornarsene zitta oltre cortina,
un trafiletto arduo solo in ultima
di cronaca: pure stuprato in scena,
ormai d'innocente fuori pagina.
Sola dice che non ha più dolore.