Pubblicato il 28/04/2019 17:49:25
Andammo all'alba consumando l'ora nel sangue del bicchiere, dolorosa la terra, aspra la notte e tempestosa. Squassavano le bombe, e noi di sotto come si sta bambini sotto i colpi, senza potere niente, senza scampo. Era lunga la notte, la cantina piena di fumi e odori, mormorava bisbigli, pianti, gridi. Respirava con ansimare d'animale, ed era un corpo solo dalle molte voci, era una sola carne, in sacrificio. Il lume tremolo', morì del tutto. Allora ci attaccammo lingua e denti all'ultima sorsata, e parimenti le mani si intrecciarono alle mani, e mani e lingue e vino e fiato e pena presero forma d'una cosa sola, d'un pensiero soltanto, un'ossessione: essere ancora, essere per sempre. Passò la notte, ed eravamo vivi.
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