Ci sono stanze quasi vuote,
affollate dei tuoi ricordi alla rinfusa
in cui si consumano voragini d'affetto
e profondi abissi d'incomprensione.
Ci sono stanze troppo bianche
con letti di metallo e una sola sedia,
in cui avvolgersi in un finto abbraccio
a cui aggrapparsi per non cadere giù.
Ma la mente rotola e rotola senza freno
in sequenza di parole e parole, parole...
E quel ch'è ricevuto nell'infanzia
diventa un gigante che ti schiaccia,
un fantasma che nella fantasia s'affaccia
e ti sussurra che sei solo,
anche se nella testa sei in tanti.
Sei solo, ma ritrovi la compagnia di te bambino,
ti tritrovi in quelle mancanze che non capivi
e ora sono macigni a piombare sul tuo cuore.
E poi lo scacci quel fantasma,
frutto solo della tua disperazione,
si disperde tra le mura della bianca stanza,
anche se ancora dentro di te lo cerchi,
per la prima volta ti accorgi forse
di aver ricominciato a vivere.
23aprileduemila19
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