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Risveglio

di Stefano Verrengia
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Pubblicato il 12/04/2019 18:42:45

RISVEGLIO

 

Non vi è giorno in cui non penso

a quanto sia arduo sognare

galassie lontane, inalare

l’incenso stellare di anni luce

inosservabili, labili attimi

dove si è fratelli dei fili d’erba

cercando di capire cosa serba

per noi l’eternità.

E’ una velleità, uno sciocchezza

da scarafaggio, da minuto raggio

di sole che nell’ebbrezza

del vento si disperde fra i fiori.

Ed i dolori, le angosce si dissolvono,

sciolgono come ghiaccio

a primavera, ed i colori sgorgano

come da una fontana di vita,

ed ardita la mente spera

che la sera sia la dolce illusione

di una canzone che vibra

cantata da una contadina

fra i verdi oliveti silenziosi.

E divina, divina appare l’esistenza,

l’essenza imperscrutabile del secondo,

di questo mondo, palla verde, blu, marrone,

palla che galleggia su questo mare oscuro.

E giuro, giuro che per un attimo,

un attimo soltanto, ho sentito un tremito

infinito nel mio stomaco

affamato di immensità.

E giuro, giuro che per un attimo,

un attimo soltanto, nel canto

del merlo, del tordo, nell’abbaiare

di un cane il mio spirito sordo

ha sentito Dio.


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