Pubblicato il 08/11/2010 12:00:00
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Degli occhi quali specchi, sistemi di universi in espansione, si leggano sentieri d’oltre con direzione retta brandello conteso di principio. Zingare dimore le carezze le zagare distendono le note. Percorsi della caccia esalano vapori di tossiche razzie. . Eco battente solfeggiata voce con sintonia di donna. Assumo qualità di guastatore nell'intimo dominio di giornata. Si limita l’azione dirompente carente in tregua. Come un concerto a tuba, fuori dal piatto, e timpani a ridosso d’arpa mi lascio a increspature di materia sorprese raddoppiate nello spasmo. . Dodecafonico ritorno musicale offre le variazioni in tema d’orneblenda l’impressionismo d’acquerello a macchie chiude placato opima raccolta.
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EPILOGO DI MAGGIO
Del maggio esistenziale ridotto nella sindrome del tempo rimane l’aura nera e la camelia bianca che indossa la signora. L’Alba dipinta su muri sgretolati e un’afa impenitente che fonde primavera. Di maggio si dilegua tutto i petali di rosa, i dardi che trapassano la storia i nomi assimilati nella pena. Indugia solo una tortura: l’attesa lunga un anno di alacre fioritura.
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