Pubblicato il 29/01/2008
Eccomi di fronte al mare ad attendere il tuo ritorno. L'amore non può dimenticarti, come le stelle non dimenticano la luce dei loro corpi. Immerso nell'indifferenza delle cose, che silenziose conducono al passato, ti amo per sempre. E' questa condanna il mio supplizio. Ogni azione o pensiero, ogni mano che stringo o sorriso che dono o parola che proferisco, è per te, perché ci sei, perché ti ricordo e a te desidero fare il dono. E' in tutte le mani che stringo la tua, è in tutte le parole che rivolgo il tuo ascolto, è in tutto il mio guardare il tuo essere visto. L'amore per le tue viscere mi serra a te ed è universale, da qualunque parte io inizi il rito del vivere, arrivo a te; altrimenti, in segreto, ritirerei la mia mano lontana dalle mani, chiuderei la mia bocca lontana dagli ascolti e le mie palpebre cucirei per sempre per serbare intatta la tua immagine. Vieni ti prego, dai mari e dalle terre lontane, che i nostri cuori si avvicinino anche nella carne e i nostri pètti si congiungano nell'abbraccio davanti ad una porta socchiusa, da noi spalancata sul Paradiso, promesso non per merito ma per grazia e dono. Traboccare il nostro amore nei cuori, questa è l'attesa e la vivida speranza nel quotidiano e silenzioso pensarti.
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