La tirannia del pensiero mi abbandonò
alle ginocchia del tuo sguardo
nello specchio in cui mi eterno
nell'attimo in cui ti vidi
riflettere infiniti all'infinito
e sentii nella terra sotto i piedi
nudità d'argilla dove mettere radici.
Niente di più illogico, ecco dunque perchè vero,
che t'amassi da me stesso
come fossi un uomo intero
solo se mi tenessi a fianco del tuo fianco,
in seno prigioniero, in grembo al tuo mistero.
Il ritardo con cui capii
che la mia scelta fosse irrevocabile
non la rese meno tale
ma il desiderio che mi ardeva
solo da mia parte, oh Manto di Tiresia
ti rese intollerabile.
Forse emergere servirebbe a interessarti nuovamente
ma ho dorsali d'apnea, allenati sui fondali
muscoli da soma e bassifondi tutti ancora da esplorare.
Senza di te sono congegno difettoso,
disco rotto che s'incanta.
Posso fare ancora della vita un buco nero o un orizzonte
ma il pensiero che tu sia e io non sono
torna a mordermi ogni notte.
Morire? Dormire? Chiudere gli occhi.
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