Pubblicato il 27/03/2019 21:09:45
Se solo il buio mi dicesse sottovoce perché atroce debba essere una stella per chi la vede da lontano, perché una mano liscia e tenera come il velluto possa tagliare come un coltello affilato ... e perché sono inerme alla vita e alla malinconia, verme che mi rode come fossi già carcassa, e perché l'aria mi pesa sulle spalle come terra nera, austera verità nella quale mi abbandono. E se per altri è un dono, per me la vita è stata un soffio di disperazione, una stazione vuota su un treno arrugginito dove il vento alza polvere nel grigio silenzio di Febbraio. Ed ho cercato con tutto me stesso, ed ho sperato con tutto me spesso, che il buio mi dicesse sottovoce perché atroce debba essere una penna, affilata come un coltello nello stomaco e nel cuore, pala che il dolore riesuma come una bara dopo 10 anni, malanni sotterrati nei cupi ricordi ... e lupi sono i versi, affamati di desolazione, sconforto, mali profondi. Ed in me Dio è morto in quei secondi dove ho scorto l'infinita Notte senza stelle, quando il nulla ha bussato alla mia porta con le sue mani putride, fatte di fango e dannazione. Ed invidio molto il canto incosciente dell'usignolo, il ruggito della pantera, La preghiera dello stolto!
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