Certi critici sembrano alchimisti,
adusi a trasformare in falso oro
materiali poetici sprovvisti
di ciò che possa dare loro alloro.
Con un linguaggio degno di sofisti
definiscono gran capolavoro
degli squallidi versi, alquanto tristi,
non curandosi affatto del decoro.
Ma spacciare per oro ciò che invece
è sol vile poetico metallo
è operazione di cattiva specie,
un incauto, evidente, grave fallo
che accomodare non farà, né fece,
quelle poesie su un vero piedistallo.
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