Percorro vicoli e strade
che si alternano uguali ogni notte,
tra volti ignoti e risate sguaiate.
E tra quei volti, il tuo non c’è.
Tra quelle voci, la tua non c’è.
Rotolo verso casa nel dissiparsi del buio.
I rintocchi dei miei passi sono l’unica musica rimasta.
L’alcol che alleggerisce la testa non basta,
perché prepotente ti affacci alla mente,
in tutta la tua figura, e un urlo sordo
si diffonde attraverso di me.
Nei fumi del ricordo, rivedo i tuoi occhi
fissi nei miei; i nostri sguardi
che si fondono assieme
e che palpitano al ritmo del mio cuore.
In saette di ricordo, ritrovo i tuoi gesti,
di come, piano, la tua mano toccava i tuoi capelli e li arricciava.
In brandelli di musica, risento la tua voce
che si alterna alla mia, volando sulle parole con leggerezza
e accarezzando gli accenti.
Chissà dove sarai adesso, compagna di quella notte,
che il giorno dopo sembra averti portata via.
Forse, ti sei dissolta alle prime luci del mattino.
Vano è tutto questo mio vagabondare,
tutto questo mio sperare di ritrovarti.
E così nella memoria ti tengo,
come miraggio di una notte diversa
che non tornerà più.
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