...a che ti baciassi furono, quando
ombre ci allungammo sottili braccia
incrociandoci sottotraccia oscuri
di nodi,
gli influssi che, dal tramonto
sguscianti di soppiatto, stranianti
scaturirono misteriosi
nell'impatto
di luci, tingendo con sorrisi ambrati
i volti di noi, dal desiderio alterati.
Sì che pronto t'accarezzassi, furono
lascivi gli stessi influssi arcani: estro
dal piglio a carboncino, labbra a labbra
nere di sfrigolii.
Ansante di ronzii
ape fosti nel volo, ape che sfiorò
cespuglio odoroso di rosso fiore
suggendone nettare, aspra regina.
Consenziente magia fu vibrar d'ali
a che ti baciassi, quando mi sfiorasti.
E ci abbracciassimo, quando cademmo
in fiotti
dalla bacchetta magica fluendo
sortilegi, persistenti nel luogo
e nel tempo, pur scomposte aleggianti
immagini vive di noi incantati.