Da tempo ad esser poeta provo
ma quando io ti incontro
da una pupilla entro in te e
tutto già mi sembra immenso
C’è un trono,un “auditorium” e
un palcoscenico con drappi di sipario
stesi a terra o son sogni che son
caduti giù sul palco
C’è una coscienza che frena e porta
al passo il tuo istinto e quante volte
ti sei accorta del sogno estinto
...c’è anche l’attimo nel quale ti sei distinta
ed era forse di “sua sponte” l’onda spinta
Lo sguardo troppo basso da non vedere l’orizzonte
o l’arcobaleno che spesso fa da ponte
Ed ecco la corazza far da freno
ad emozioni o sentimenti fuori
controllo
La felicità sepolta ad ogni ora
per le scelte della vita in condizione
Mentre il palco rimane vuoto ancora
si sente in “auditorium” il paupulare
di un pavone con la sua ruota incanto
Questa magnificenza di colori
che è poi la tua vita
la trovi negli archivi della mente
in anfratti con ragnatele avvinte
Ogni tanto il trono lo intravvedi
quando raggiungi le tue aspettative
e per un po’ ti siedi
...ma ecco ti poni ancor traguardo
mentre nella vita giochi d’azzardo
La vita se la sprechi ne hai una sola
..e la rosa perde petali e colore
Mentre sul proscenio ti aspettano per gli applausi
...e io che poeta mi fingo ne approfitto per uscir da te
mentre ti asciughi il pianto
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