E sento il canto del vento
in questo tempo che scorre inesorabile
sotto l’azzurro o grigio cielo
a seconda delle giornate
in cui le foglie appese sui rami inquieti
cadono in terra accartocciate.
Sul fiume c’è un battere di remi cadenzato,
le sue onde scorrono leggiadre
con un fruscio di seta stropicciata
nel silenzio della giornata vellutata.
Osservo la natura nell’aura rosa del mattino
e i ricordi scorrono lenti
sotto forma di figure a rallentatore
a risvegliare nostalgie di quei verdi e azzurri
che avvolgevano cori e risate
in armonie di mani intrecciate.
Mi torna all’improvviso un assillo
di sete insoddisfatta di quei momenti
tale da risvegliare un languore
che prorompe dal fondo del mio io
come un fiume che sfocia in canto
a rinarrare vecchie storie di arpeggi
che sanno di vento,
spicchi di luce e cieli tersi.
Grazia Denaro
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