Oh Matera, città della Visitazione
immersa nel buio d’un Sud
cui non manca mai il calore
del suo sole.
Ricordi com’eri solo ieri?
Il tuo restare un passo indietro
e l’amara rassegnazione
che ti coprì del sapore amaro
della vergogna?
e quel tuo viver desolato in grotte buie,
così remoto adesso,
di uomini e le sue bestie?
e tu inerte dinanzi a tale condizione?
Ma il sole posò su te una mano
e si stupì della tua bellezza,
anche il cielo ti ha intarsiata di stelle
cadute dopo il crepuscolo
accendendo così la tua notte.
E tu città risorta toccasti il cuore
d’un uomo santo
che venne in veste bianca
e t’appellò città del Magnificat.
Sommessamente parlano i tuoi sassi,
voci scolpite nella antica pietra,
e narrano di dolori, fatiche, giovani
vite e sogni infranti. E narrano.
E le tue strade dicono d’allora,
di quando versasti sangue e lacrime,
allor che per prima nella tua terra
insorgesti contro l’oppressor nazista,
con la dignità che tu stessa ignoravi.
E ora il mondo viene ad ascoltarti,
tu che oggi sei al pari d’una regina
declamata e decantata,
narra al mondo la tua storia
la nostra storia
e fa che non sia più dimenticata.
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