I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
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Inguaribili
Nessun dica che non bisogna aver paura perché è una menzogna una menzogna enorme ma la comprendo. L’intelletto la comprende, non il cuore che piange i morti nostri, di noi tutti andati via un giorno così senza più nessuna occasione. Dove saranno versate le lacrime chi le raccoglierà e in quale vuoto? forse il vento o la piena del fiume? Sì, le raccoglierà il vento, le porterà a Dio. Potrà tornare un giorno il prima se mancherà per sempre anche un solo affetto e niente potrà mai più essere come prima? ********* Non saremo mai così soli né soli più di così senza una nuvola oltre il sole o un sole su una montagna da scalare senza lacrime che bagnino l’ultima pagina bianca a fine capitolo e dopo solo la parola fine. E mentre un documento di pagine vuote resta fuori dalla porta ad aspettare ciò che non sarà più scritto, io consumo il tempo a litigare con i fantasmi della mia solitudine.
Id: 57708 Data: 29/03/2020 17:17:57
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Pane e Computo (A Katherine Johnson)
Il genio non fa mai troppo rumore passa lieve come fosse cometa segue così la sua precisa traiettoria lascia una decisa scia e scompare disseminando intorno silenzio. Non si sa quando o dove riappare perché non c’è d’esso un’equazione. In questo mondo d’esistenze pieno c’è chi vive adempiendo a una missione quasi invisibile tuttavia possente. E il tuo vivere fu lungo e intenso. Computo ed equazioni furono il pane con cui alimentasti la fiducia d’andare lontano, fino a conquistare il sovrumano. Ma il divenire che tutto logora e trasforma segue l’uomo fino a inesorabile destino che inizia insieme al suo principio e tutto ridimensiona e tutto cambia forma ma nulla si crea, nulla si distrugge. Perciò ora resti quasi un’emblema della missione che a te assegnò la vita. E io da qui oggi mi domando se la tua mente che fu tanto capace pensò mai d’elaborare un’equazione per l’estrema traiettoria che conduce l’uomo verso l’Eterno e se nel tuo computar le stelle ponesti anche te medesima tra quelle ché io t’immagino ora come un frammento ritornato lassù nell’ordine infinito del nostro meraviglioso firmamento.
Id: 57034 Data: 26/02/2020 09:20:37
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Febbraio (Acrostico)
Forse perché stamani il cielo più Eburneo m’appare e vedo laggiù Bianche cime che svettano in alto, Brulle le siepi quaggiù e i pensieri, Rorido il prato di fremiti celati Amorevoli di vita che riaffiora, Immagini mi tornano di quando Ogni giorno mi recava primavera.
Id: 56484 Data: 01/02/2020 21:17:29
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Sol lucet omnibus#GiornoMemoria
Dove si nasconde il sole quando l’ombra feroce assale incupendo il cielo ed ingoiando altrui spazi? Perché in quei cruenti eventi l’umana ragione s’è lasciata traviare sciupando la dolcezza d’ingenui canti e la certezza del sole che nasce e le speranze d’un viver quotidiano? Non c’ero io in quei giorni non vissi quell’inferno. Non vittima, non aguzzino! E non certo per immunità, o per qualsivoglia merito o perché esista altrui colpa solo il caso fu determinante giacché breve è il passo che separa un piede dall’abisso. Mucchi di cenere lasciati qua e là voci sine tempore soffocate da un silenzio rimbombante. Lasciami vivere ancora. Anche me! Ora! Due occhi, un respiro asperso nell’aria di marmo, un’anima che langue mentre abietta s’allunga quella mano come una falce a tranciare sine causa ogni “reo” ramo. Non è forse un diritto innato il vivere? Ma tutto è già accaduto! ed incombe l’onta sua aberrante lasciando oggi qui sgomenti. E ora che è un passato mai passato risuona la sua eco e lascia incredulità. Dov’era la luce? Dove l’Uomo allora? Dove l’Uomo oggi? Ma il sole è risorto ancora e diffonde su ciascuno il suo calore.
Id: 56277 Data: 23/01/2020 09:12:03
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Entropia
Polvere di nebbia fitta fruscia distesa nell’aria muta d’una notte d’autunno piena. Sembrano indugiare le lancette. Si sta immoti come nel materno ventre quando regnava immane il silenzio. Illusione evanescente tradita dal palpitare impercettibile del cuore. Giunge improvviso il rombo d’un motore remoto e sfuma. Sulle rotaie cadute in disuso non passeranno più treni né sorrisi sui volti immobili di maschere nel contorno che s’allontanano sfiorendo nella profondità del buio vorace. Incontrovertibile dall’ampolla scivola frusciando la sabbia e giammai risalirà per il condotto. Immemore si disperde tra i granelli. A nulla giovano i pentimenti e i rimpianti che insistono e affliggono. Altresì passa lieve il fruscio d’una foglia che si posa senza chiedere nulla all’albeggiare del giorno nuovo. Attende il sole per imbeversi del suo tepore. Sarà un giorno nutrimento per altre creature.
Id: 56045 Data: 09/01/2020 22:54:07
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Questo è l’anno che vorrei
Ecco giunto San Silvestro per poter dire finalmente addio al vecchio anno. È giunto per lui il momento di scivolare nell’archivio dei ricordi non già perché sia stato più funesto, non più di tanti altri, ma perché il nuovo già seduce con le sue promesse, le nostre attese, le ambizioni nuove. Avremo presto un nuovo pacco, tutto agghindato di lustrini e fiocchetti, ed il suo contenuto? Trecento sessantacinque giorni come candele che si consumano al giungere d’ogni sera. E la vita mai ci dirà quante d’esse accenderemo noi. E allora libiamo da ciascuna tutto il calore che sprigiona non tralasciando mai di dare amore a chi viaggia con noi sulle rive di questo fiume. Consideriamo ciò che ci accomuna e non quello che ci allontana. Questo è l’anno nuovo che io vorrei. *A tutta la Redazione di La Recherche e ai poeti e scrittori del sito auguro un Felice 2020!
Id: 55956 Data: 01/01/2020 15:20:09
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Dicembre (Acrostico)
Disusato da tempo l’amorevole focolare Indoriamo le ore con moderne velleità Che rumoreggiano per vaste distese. E sulle così poco imbiancate vette Mormora l’ultima foglia negletta. Breve è stata la sua storia. Così la mia. Respiro l’aria lieta del Natale, tuttavia, E nel suo conforto presagisco gracilità.
Id: 55621 Data: 03/12/2019 20:57:13
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Il seme della libertà
Sarò una piccola poesia, nutrimento della vita umana. Recherò lettere e parole, gli occhi diventerò di chi non può vedere e orecchie per chi non può ascoltare. Mi diffonderò col vento, la pioggia ed il sole, aspetterò che il seme custodito nella materna zolla germogli per dare robusta pianta. Sarò la poesia che Dio ci ha dato per diffondere il lamento sommesso dei boschi offesi, dei mari inquinati, la rabbia ignorata degli esclusi. I singhiozzi negati agli abusati vi porterò fino a bagnarvi il cuore, diradare le nubi dell’errore. Farò tesoro di parole e penna e con la giusta consapevolezza potrò varcare ogni transenna spalancherò dinanzi a voi sul mondo uno spiraglio d’un chiarore vero. Farò emergere dal buio fondo verità imbrigliate nella nebbia. Inventandomi un colore novello vi traccerò la scia d’un aquilone sarò il vento che l’eleverà spezzando lo spago che l’imprigiona.
Id: 54897 Data: 07/10/2019 20:47:23
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Libertà
Sei qui in ciascun giorno al mio fianco giacché non c’è mai stato un taglio del nostro cordone ombelicale né mai io ti vedrò spiccare il volo lasciare il nido in cui ti cullai inconsapevole il primo giorno.
Hai parole incomprensibili al mondo la tristezza inconsolabile dietro ogni sorriso lo sguardo schivo che altri invadono l’umiltà come nessuno possiede. Vivi nel tuo vasto prato dove tu corri solo in una libertà che nessuno sa vedere. ( 2 Aprile Giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo)
Id: 52889 Data: 01/04/2019 18:25:05
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Rinascita#Poesiapoeti
Indecifrabile è giunto quell’alito possente e consueto e così ti ho visto rinascere sui rami quiescenti che avevo ormai creduto aridi nei giorni d’inverno. Hai ricoperto del tuo respiro le zolle nude dei campi arati che t’attendevano da tempo. Ora le feconda lieve la pioggerella di Marzo e tutto rifiorirà intorno. Avremo giornate più lunghe per sbirciare l’azzurro oltre il grigio che attanaglia ancora il petto e si dissolverà al nuovo tepore. Erano lunghe le primavere da bambina ma ora incalzano veloci inseguendo l’orizzonte verso il crepuscolo e additando da lontano la nuova vita che attende.
Id: 52724 Data: 21/03/2019 21:24:18
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Ebbrezza di Marzo
È Marzo. S’infiltra più gentile tra le ringhiere e i muri di cemento e fende le vetrine già fiorite un raggio di sole che gradualmente diviene più gagliardo. Ancora nei cortili e lungo i viali tacere pare il platano ed il pioppo mentre nei rosai e sul ciliegio spoglio giacciono trepidi i nuovi boccioli e fremono le strade. Ma il giallo dei ranuncoli risplende e tripudiano ormai di margherite i prati nelle campagne ricreate. Ricordi miei di altre primavere che brillano altrove e con me viaggiano verso il tramonto ma anche qui, oggi, la stagione novella respiro, nel bagliore di sfreccianti lamiere che ferisce le pupille trasognate ed ingenue. Io cantore del duemila m’aggrappo ai rottami d’un sonetto cercandovi le antiche percezioni ma raccatto un’ebbrezza fugace alienandomi da inviso mutamento.
Id: 52544 Data: 07/03/2019 19:09:49
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A Maria Goretti
Nel tempo che più non riposa la terra, di placido verde si tingono i campi e si sperde lo sguardo sulla coltre erbosa. Fioriscono in cerca di luce su fragili steli i boccioli spezzati da ignari caprioli mai mossi da intento sì truce. E tu eri il più umile fiore tu, gemma gentile, gioivi del bello a te intorno e sentivi del tempo migliore l’odore. Brillò nero un lampo offuscando lo sguardo di chi truce il cuore già aveva, mentre tu amore nel tuo coltivavi, amando. Brutale t’uccise la mano quel dì quand’ancora con fede guardavi alla vita. Mercede chiamò la tua voce ed invano non fu giacché il tuo perdono concesse espiazione terrena lenendo il tormento e la pena di chi ricevette tal dono. Rimase sul candido volto bambino una luce ancor viva che rende gentili e ravviva le spoglie. Ed eppure son molte le vite tuttora violate da uomo bestiale ed ingordo, che resta impassibile e sordo a grida d’aiuto strozzate.
Id: 52414 Data: 26/02/2019 22:17:40
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Leggerezza o egoismo?
Giace miseramente lì sul prato abbandonato con incuria e spunta in mezz’all’erba come fosse un fiore un tappo di bottiglia colorato, par che voglia ingannare l’occhio, ormai abulico e indolente, che giammai sfiorire potrà vederlo. Stagioni passa ad attirare invano golosi insetti. E lì resta per l’incoscienza d’una mano che non vede di quanto gabbando sta i figli suoi che un giorno a fare i conti con le conseguenze si vedranno lor malgrado costretti. Si guarderanno indietro con disgusto e diranno che fummo scellerati, egoisti e gente con scarso rispetto.
Id: 52337 Data: 21/02/2019 19:07:29
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Matera, città della Visitazione
Oh Matera, città della Visitazione immersa nel buio d’un Sud cui non manca mai il calore del suo sole. Ricordi com’eri solo ieri? Il tuo restare un passo indietro e l’amara rassegnazione che ti coprì del sapore amaro della vergogna? e quel tuo viver desolato in grotte buie, così remoto adesso, di uomini e le sue bestie? e tu inerte dinanzi a tale condizione? Ma il sole posò su te una mano e si stupì della tua bellezza, anche il cielo ti ha intarsiata di stelle cadute dopo il crepuscolo accendendo così la tua notte. E tu città risorta toccasti il cuore d’un uomo santo che venne in veste bianca e t’appellò città del Magnificat. Sommessamente parlano i tuoi sassi, voci scolpite nella antica pietra, e narrano di dolori, fatiche, giovani vite e sogni infranti. E narrano. E le tue strade dicono d’allora, di quando versasti sangue e lacrime, allor che per prima nella tua terra insorgesti contro l’oppressor nazista, con la dignità che tu stessa ignoravi. E ora il mondo viene ad ascoltarti, tu che oggi sei al pari d’una regina declamata e decantata, narra al mondo la tua storia la nostra storia e fa che non sia più dimenticata.
Id: 52303 Data: 19/02/2019 08:53:40
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Preghiere silenziose#GiornoMemoria
Imploravo te, Angelo Custode, t’imploravo nel silenzio perché tu e solo tu avresti potuto avere clemenza. Ignoravo la mia colpa ma conoscevo la loro condanna. Ero un corpo calpestato fra tanti indegno d’umano rispetto per chi s’assurgeva a prediletto con la sua ferocia legalizzata. E chi avrei potuto invocare io, nudo tra i nudi per volare via dall’Inferno terrestre? E così mi sono affidato alle mie invisibili ali di farfalla per non finire sulle reti fulminanti e sono volato via in un prato romito e verde, in mezzo ai fiori. Ed ero già io stesso un fiore nutritomi delle mie stesse ceneri prodotte in quei camini ardenti lontano dagli occhi sicuri e salvi di chi regnava nel suo Paradiso terrestre. Oggi quei fiori sono appassiti divenuti concime per un albero vigoroso le radici salde al suolo e fruttifica parole mature e il mondo dovrà raccoglierle per assimilare rispetto. Donaci Signore bocche per raccontarle penne per tramandarle orecchie per sentirle cuore per nutrirle testa per non dimenticarle perché non accada ancora e ancora, come allora.
Id: 51965 Data: 22/01/2019 09:30:21
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Frammenti d’universo
C’è chi ha dato uno sputo al passato in quei nuovi colletti inamidati imbrattando la storia ma forse non sa che da orfani siamo proiettili verso un futuro ignoto. C’è chi infiocchetta piccoli pacchi trovati al mercatino delle pulci con incarto lucente. Così leggeri, trasudano il niente, hanno sapore di smesso e ammuffito però non dirlo ad alcuno ora che si avvicina il Natale. Che nei tempi di secca tante fonti si sono prosciugate non farlo sapere a Narciso né a Icaro che il sole scioglie la cera. Non raccontare alla Madre che affranta piange, mentre stringe fra le braccia la salvezza del mondo, che s’ignora chi ha ucciso suo figlio, che le spade sono ancora sguainate, e la gente predilige Barabba. Ma a cosa serve poi tacere se anche il vomere, rivoltando le zolle, porta al sole i lombrichi nascosti, come quei cupi pensieri che affiorano improvvisi a ogni tempesta. Si potrebbe andare esuli altrove, come d’inverno taluni pennuti, verso qualche luogo incontaminato e chissà, fluttueremo nello spazio noi piccoli frammenti e tra stelle e pianeti vedremo questa nave alla deriva nell’immane, immane universo con tanti atomi frenetici a bordo e avremo pietà del nostro destino stringendoci in un abbraccio sincero.
Id: 51928 Data: 19/01/2019 22:22:06
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Sonetto all’inverno
Candida, nella lunga notte, e lieve s’è posata dal cielo una coperta sulla distesa intorno, ora deserta, e un gelido silenzio regna greve. Sbucando a capo chino un bucaneve sbircia tra i cristalli e pare che avverta la vita terrena quant’è incerta. S’accascia l’albero sotto la neve per l’inatteso peso, rialzerà un mattino le sue braccia al cielo quando il sole fecondo giungerà a carezzarne le fronde con zelo e con tepore: si rivelerà per lui allora l’atteso Vangelo.
Id: 51849 Data: 14/01/2019 09:20:02
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Un nuovo Anno
Tramonta mestamente il vecchio anno e porta via con sè l’amarezze, ogni sogno perduto, ogni affanno. E, mentre corrusca il cielo nella notte fredda di San Silvestro, io farò un falò delle mie ambizioni menzognere, saranno alte le fiamme, rosse come foglie d’acero cadute in tardo autunno. Evviva è giunto il Capodanno, s’elevano i calici brindando e si gioisce insieme per quei trecento sessanta cinque giorni serviti in tavola ricchi di nuovi inganni. Ammiro chi invece rimane sagacemente nel silenzio, come il merlo infreddolito sulla quercia nuda mentre lei cela le sue segrete gemme e conosce solo l’alternarsi del tempo cadenzato e sa che dopo il buio viene la luce e dopo il gelo giungerà il tepore della primavera e, del resto, gli anni son sempre uguali. Ma noi illusi inneggiamo insieme, ancora: Buon Anno Nuovo.
Id: 51701 Data: 31/12/2018 12:18:26
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Natale ogni giorno
Sento oggi una vaga tristezza mentre vedo uno sfavillare di luci per le brevi strade del mio paese e di parole faconde sulle pagine infinite del mondo virtuale: incalza la frenesia del Natale e la miseria mi pervade. Forse ricordiamo appena che giunse un giorno un Bambino in un rifugio provvido e frugale. Venne nel silenzio e di gioia riempì ogni cuore, fu accolto, protetto e venerato, e da grande conobbe il dolore dell’abbandono sulla croce. Ma ancora oggi vogliamo ripagarlo così ci vestiamo di nuovo, orniamo le nostre dimore, portiamo in tavola piatti abbondanti, spargiamo intorno fatue bontà e le briciole che avanzano le serbiamo per altre occasioni. Vorrei che fosse Natale ogni giorno e portasse a ciascuno una gioia profonda come la luce del sole che s’accresce lentamente dopo il solstizio d’inverno recando fiducia nella vita che rinasce. Auguri di Buon Natale alla Redazione e a tutti gli amici poeti di La Recherche.
Id: 51652 Data: 25/12/2018 20:26:43
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Il seme dell’amore
25 Novembre Giornata mondiale contro la violenza sulle donne Abbiamo tutti interrato un seme quando dei nuovi raggi abbiamo avvertito il tepore farsi strada tra il grigiore, adagio, curandolo con dedizione e amore. I germogli però sono fragili. Ai passi sordi di bestie cieche si spezzano, prede d’una furia dominatrice che trasborda dagli argini violati, da voragini fallaci che avviluppa in strade buie dove si mortifica l’amore seminando solitudine intorno. Ma è da lì che si rinasce piante più forti e consapevoli pronte a lottare per un mondo epurato dai retaggi d’un passato radicato negli animi da anni. Occorre ricostruire cancellando errate convinzioni di diritti di possesso di supremazie e abusi e viaggeranno Eva e Adamo per questa distesa immensa finalmente tenendosi per mano con passi equilibrati e concordi sotto un cielo sgombro da orrori.
Id: 51371 Data: 25/11/2018 16:27:05
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Oltre
Così si rimane a volte: sospesi tra l’incessante scorrere del giorno e il consueto frastuono nel contorno. Sfioriscono nel vaso i boccioli offesi lacrimano sui rupi i solitari arbusti. Ma stridendo e spiegando le ali sotto le nubi grigie, volano incerti i gabbiani, incitando a venir fuori dai meandri angusti compiendo talora giri solerti sul Campanile, talora sugli erti scogli riposando. E per i vetusti sentieri quanti passi! quanto amore e speranze! quante angosce e tormento! Forse non c’è catarsi che alleggerisca il cuore. Dalla Chiesa ora il vento reca rintocchi remoti. Fragranza d’azzurro intorno si sparge e il grigiore scema, così mi coglie con stupore l’immensità che mi figuro innanzi.
Id: 51187 Data: 08/11/2018 09:08:23
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Sui ligustri ridenti
Pareti nude intorno e l’albero in giardino appare spoglio, i campi: brulli e neri. Non è questo il mattino dell’atteso ritorno. Non c’è profumo ancora di primavera nuova ma quel bozzolo fiducioso attende mentre un merlo già cova tra le siepi. Tutt’ora la rosa nuda esala solo spine. Invisibili le sue gemme. Rinvia ad altro tempo i prodigi indicibili che Natura regala e canterà lo storno e le miti formiche disposte in fila avanzeranno insieme spartendosi fatiche. Può nel suo breve giorno chieder giusto rimborso dell’orribile danno la pupa che alla schiusa non ha un’ala? Sarà truce l’inganno e non varia il trascorso! Ma vedrai un dolce raggio posarsi sui ridenti ligustri che offriranno bacche ai merli. Nei rosai rifiorenti ci sarà gioia a maggio. Esulto a beltà nuova dopo l’inverno mesto, alla vita che rinasce, al mistero che ci avvolge, a ogni gesto che in cuor speme rinnova.
Id: 49596 Data: 05/07/2018 17:02:10
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Tornerò nel mio nido
È ora che giunga il silenzio. Lo attendo. L’ombra inevitabile si diffonde e lo spazio tutto ingombra quando il sole si ristora dietro l’orizzonte. Il bisogno io n’avverto come d’un raggio di sole nel freddo dell’inverno a sfiorar la mia pelle o dell’acqua nel deserto a bagnar labbra arse. Sopraggiunga legittima l’oscurità silente. Mistero e assenza di verbi confusi regni. Anche l’anima n’avrà ristoro si colmeranno i vuoti assordati da voci mille e dissonanti. E io col lume in mano andrò ricercando di me l’essenza che non ammette presenza nel dove cui non appartengo. Così tornerò al mio nido di semplicità e silenzio ove la voce si disperde tra il canto di uccelli assonanti e il fruscio di foglie mosse dal soffio del vento.
Id: 46710 Data: 21/01/2018 14:16:26
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Ai nostri padri
Ai nostri padri senza più volti né voci non più distinguibili estinti come fiammelle ma la memoria è labile e noi tutti orfani con un prezioso carico invisibile e infinito. Solo la pietra osservator silente reca ora codificato ogni gesto ordinario o magnifico dal tempo scolpito. A tutti i padri a quell’adoperarsi per avanzare il nostro mondo consci e fermi sugli erti cammini, a chi ha posato un granello nella maestosa piramide e si perde la rimembranza d’ognuno solo una storia narrata di più fulgida cometa anch’essa tramontata. A te, padre mio che m’hai donato tutto il tuo tempo risoluto e paziente ligio a dovere genetico indiscutibile e sacro. A te penserò quando sarò là dinanzi al più erto dei gradini che ogni uomo attende e tra il dolore e la sofferenza io ti ricorderò ancora.
Id: 46640 Data: 19/01/2018 09:25:06
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Onirici Pensieri
Portata lì da onirici pensieri mi svegliai un giorno dinanzi ai gradini presso la tomba del Sommo Alighieri. Sbocciavano già fiori in quei giardini intorno. Era primavera. Fragranze espandevano glicini turchini offrivano flessuosi come organze inchini, petali e cibo copioso a insetti rumorosi. E dalle stanze veniva un suono moderno e borioso di cetra scordata non più incline a metri e ritmi. S’alzò impetuoso un vento sui pulpiti e le terzine di Dante vollero tutti rinchiuse in quel loculo. Emozioni genuine in miriade di versi profuse specchi più fedeli dei nuovi tempi. D’udire or mi parve voci confuse: sciolti pur siano i versi dagli esempi del passato. Audace sia il poeta ma giammai si osi perpetrare scempi. È vano il sentenziar dell’esegeta, non squassa l’oceano con un sasso. Dei tempi venturi non c’è profeta.
Id: 46569 Data: 16/01/2018 07:54:00
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Quante albe
Quante volte sorgere l’ho guardata quella sfera che dal mare s’ergeva là dove nel cielo egli si perdeva. Lenta s’alzava e pareva rosata. Dagli orti una voce echeggiava amata e, fischiando, a me nota giungeva. Nei solchi anche l’acqua quieta scorreva presto la campagna s’era svegliata. Muta guardavo dal colle i dintorni e quando infuocata ormai era la sfera nasceva un frinire allietando i giorni. Poi lo sguardo si perdeva dov’era il mare e pur se sfocati i contorni sovviene la memoria ancora vera.
Id: 46397 Data: 10/01/2018 08:54:10
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Alla ricerca della sorgente
Dall'alto brilla una vetta di luce piena guarda la valle coperta dalla fitta nebbia Laggiù l'oscurità E lì io farò come i Magi andrò peregrinando alla ricerca d'una stella che manifesti la sorgente.
Id: 46279 Data: 06/01/2018 16:22:14
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Uno fra tanti
Se cade un granello non crea rumore, così io sono: un suono dissolto nel vento. Non la poesia ma solo un verso e della sinfonia la nota più breve. Lo sguardo sfuggente incrociato per strada. Ero io che suonavo un flauto remoto per vie affollate d’ignare città e un cappello di fianco implorante e schivato un soffio celato ai passanti in quella coltre di cartoni da brividi scossa pel freddo. Sono io, uno morto nel mare l’intruso di cui aver paura bramoso di pane e rispetto Calato per scelta d’ignoto criterio in tal corpo, in tal tempo in tal luogo, allo stesso modo divelto da cieca cagione. E, lo so, tu non m’hai veduto morire lì su quella Croce. Ed era solo una fra tante!
Id: 46194 Data: 04/01/2018 13:18:40
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Cinquanta
Ho camminato per sentieri aridi e senza fiori che avevano solo sassi e non ho mai trovato sconti per il danno. Ho affondato le mani nella terra brulla e ho sentito l'essenza dell'armonia del cosmo. Così dovrà andare e andrà. Cinquanta giri di valzer dal primo respiro e ogni giro sembra più stretto. Ma non compro ai saldi. Pago sempre il prezzo pieno fino all'ultimo giro concesso.
Id: 46104 Data: 01/01/2018 16:43:14
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Buon duemila diciotto ( Acrostico)
B arcollando se ne va U n altro stanco anno O rmeggiando N ella rada D ei trascorsi. U na nuova nave è pronta già E col suo carico di speranze M irabili rotte traccerà virando verso I rraggiungibili mete. L e sue vele spiegate seguono tuttavia A tavici errori passati, inspiegabilmente. D ietrologie, urgenza d’attenzione, I nsoddisfazioni quotidiane, logorio C he l’incalzare del tempo I nfonde, volatilità delle parole, staticità di quelle O re sempre uguali, liquidità dei pensieri. T utti disillusi dal vecchio, le attese T rasponiamo nel nuovo anno. Senz’arnesi O gnuno sia fabbro del proprio futuro.
Id: 46071 Data: 31/12/2017 10:08:02
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Non è più dato dindugiare in sogni
Ha bussato alla mia porta il vento con sibilo di zufolo remoto reca musica antica e nuovi versi. E resta l'angoscia dell'universo per l'ultima carezza mai donata sottratta da indomito divenire. Labile scia nelle mani vuote. Ho udite note nella sinfonia del silenzio, con l'anima accorata le ho imprigionate in sepolti meandri dove nessuno potrà mai frugare né sarò più orfana d'un conforto. Tosto la strada s'è fatta sì breve e la fatica a ogni passo è tanta. Non è più dato d'indugiare in sogni.
Id: 46027 Data: 29/12/2017 10:55:48
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Buon Natale (Acrostico)
B ambino Gesù che di fattezze U mane ti sei già vestito O ttemperando alla Volontà Celeste N on sottraendoti mai a nessun dolore N oi T’attendiamo in questi tempi A rcani, bisognosi di segni chiari. T rabocchi il bene scacciando il male. A ccogli le nostre orazioni, scuoti L e coscienze dormienti, donaci forza E mpatia umana, amore e semplicità. A tutti i poeti e scrittori de La Recherche i miei sentiti Auguri di Buon Natale
Id: 45874 Data: 22/12/2017 08:39:24
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Regalami un tuo verso
Dammi, oh poeta, un tuo verso ove tuffarmi, rilucente non dell'oro ma di quei moti dimessi e mai sottomessi. Tu che t'incammini con passi lenti e tasche leggere, d'intense emozioni gremito hai il cuore. Nell'anima foglio e penna. Fammi viaggiare con le tue ali celate e i tuoi occhi che rischiarano di notte tormentando l'oscuro. Tu giammai insegui l'effimero tempo della vanagloria ma a passi lenti t'incammini aggrappandoti al tuo sentire. Solo vai quas'incompreso a raccattare tra i cocci frammenti dei tuoi versi. Regalami tu, oh poeta i tuoi faticati versi.
Id: 45727 Data: 15/12/2017 12:28:19
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Autunni lucani
(A Lauria) Camini pietrosi m’appaiono i colli dintorno ed eterei s’espandono sbuffi di nebbia negli umidi autunni lucani. Sovrasta sui tetti la roccia osserva da secoli muta gradini consunti dai passi sugli erti sentieri recanti a case arroccate d’antico. Dall’alto guarda d’intorno le valli dipinte di caldi colori e s’erige la torre dell’Armo vegliando sui borghi. Ancora di foglie cosparse già fradice e sfatte, le strade non più sotto i passi fruscianti. Riverbera là sulle vette il bianco della neve nuova. E lieto un fruscio diffonde monotono e lieve, il ruscello sul nudo Presepe discosto e mormora nuove parole in questo fragore inudite.
Id: 45515 Data: 06/12/2017 13:56:29
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Interminabile viaggio
Ho camminato per lunghi sentieri remoti, percorrendo terre, mari, fiumi con piedi nudi sempre più robusti. Ho attraversato secoli con intenti d’espansione, macchiando in cruenti guerre le mie mani del fraterno sangue. Ho costruito opere d’immensa maestà incollando mattoni col sudore di braccia doloranti. Ho viaggiato nell’anima frugando nei meandri in cerca di verità appena lambite, giammai toccate. Ho scolpito parole indelebili forgiando versi che eterni solcano le barriere di esistenze caduche. Ho scrutato le stelle nello sconfinato spazio, con occhi avidi di conquista, inarrestabile sete di conoscenza. E son giunto in questi nuovi tempi con aspetto ingentilito ed il cuore rozzo ostentando bisogno di più utopica pace!
Id: 45398 Data: 01/12/2017 07:24:28
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Rose spezzate
E piangono i giardini di maggio lacrime confuse con la pioggia. Sparute rose rubate al sole dentro vasi di vetro e senza spine chinan le corolle su gli steli e già cospargono i loro petali senz’alcun fragore. Eppur da quel vago senso di possesso senza consenso presagi affioravano, incompresi che non fosse un solo acquazzone e più non s’arresta l’avanzare della brutale marea. Passano lune nell’attesa che torni la bestia principe ancora. Ed emettono stridore le lettere scarlatte in frantumi dell’amore come le silenti grida per ritegno debito celate. Però ebbe tutto inizio nella Genesi con Adamo e la sua costola, supremazia conclamata per quella maggior forza innata. Ah, se Dio si fosse fatto donna, non staremmo a ragionare di giorno in giorno d’amorose prevaricazioni. E restano appassiti quei petali e le lettere frantumate ma dietro il vermiglio colore si nasconde sempre la vera forza che regola il progredir del mondo.
Id: 45290 Data: 24/11/2017 14:16:26
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Dietro le porte sprangate
Si muore ogni giorno proprio vicino alla mia porta. Si muore per guerre ancora sotto un kamikaze di lucida follia. Si muore di fame, sott’un ponte. Si muore attraversando il mare inghiottiti dei flutti dall’oblio. Si muore per un’incurante terra che trema rombante. Si muore anche a Natale. Ma io ho sprangato la mia porta e non vedo il dolore che fuori al freddo grida. E allora cosa importa? Qui tra queste mura s’inneggia al conclamato successo e gioventù eterna e onirico sesso. Si muore ma non abbiamo ancora appeso le cetre alle fronde dei salici*, non più perché non vediamo le urla non sentiamo le tue lacrime scorrere sul tuo taciturno viso. Eppur oggi già si piange sotto accecanti riflettori per un’amara sconfitta ad una partita di calcio. Ultima sofferenza che vera si riesce a percepire ancora. * Riferimento alla poesia di Salvatore Quasimodo Alle fronde dei salici.
Id: 45094 Data: 14/11/2017 16:40:48
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Memoriae
Si va mesti per umili sentieri calcati col dolore sugli occhi umido un velo di ricordi custoditi nel cuore, come foto sbiadite, e resta a noi l’assenza dinanzi alla marmorea dimora. Andiamo silenziosi, memorando quel ch’il cuore sentiva e adagio d’un granello più leggero quel fardello diviene come miti orazioni che levitano al cielo recando essenze di fiori gentili. Ma tu, padre mio, sei sempre vivo nel mio animo distratto e ricordo i tuoi occhi cerulei e bonari quando mi guardavano e la tua voce mite quasi viva odo. Eppure tu eri eterno quand’io bambina e tu gigante buono.
Id: 44890 Data: 02/11/2017 11:34:31
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L’ombra del virtuale (con il contributo di Klara Rubino)
Molteplici toni, piccole sfumature di colori coesistono in ognuno, come semi di grano non germogliati. Siamo frammenti di un’anima scomposta. E in questa stanza racchiusa da vetri variamente colorati schegge di luce ingannano l’occhio inconsapevole di ciò che là fuori è o non è. Nudi pellegrini in un viaggio verso il tutto o il niente. E anche l’erba diviene azzurra, arancione il cielo, il sole verde. Pezzi d’un puzzle da ricomporre. Permane l’ombra nella caverna del virtuale mondo ove fingiamo di vedere oltre e la certezza non tentenna neppure dinanzi all’evidenza.
Id: 44488 Data: 04/10/2017 13:59:09
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Linverno dietro le porte
Non si colma il vuoto di anni, ora non senti i rintocchi del tempo? Pulsano forte, trattieni il respiro, l’inverno attende dietro la porta. Apri o non apri, invade il tuo giorno, vorrebbe gridare e invece sussurra per non farti paura così inganni il tempo. Non si tracciano sentieri in un giorno, ora non vedi che non lasci le orme? Troppo lieve il tuo passo, non calca la terra, inutile affanno, riprendi fiato, rivolgi lo sguardo verso il tuo interno. Non odi quella voce che dentro bisbiglia? Ora ascolta e vedrai accendersi un faro!
Id: 44324 Data: 22/09/2017 15:10:39
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Settembre
S entori d’antico autunno nell’aria E spandono rinnovate percezioni. T iepidi raggi d’un pigro sole T ardano dietro i monti già rombanti E bbri di testé vissuto splendore M entre già scolorano lieve i verdi B oschi e mi bisbigliano la caducità degli anni. R intristiscono i bimbi dietro ai banchi E vocando i ludici dì ormai trascorsi.
Id: 44028 Data: 02/09/2017 15:50:51
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Per i sentieri vuoti
Come i teneri Germogli son recisi da incolpevole e ignara Pianta con, ahimè, artificioso intento, mentre le verdi lacrime si dileguano al tepore d’un primaverile sole, così per emendare l’umano seme vengon quei Boccioli estirpati da Madri conscie che non mordon le catene d’un mondo parvente in cerca di più esigua felicità versando lacrime annegate in velenoso calice. E fioriscon più odorose rose e camelie fulgide, maturano succosi frutti dell’orgogliosa terra. E piovono dal cielo lacrime splendenti dalle mute stelle testimoni fortuiti di sacrifici antichi.
Id: 43951 Data: 28/08/2017 08:11:10
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Emotivamente
Perdonate, io non sono poeta nel pensier mio sprazzi di colori combinati al riaffiorar di odori che invadono l'anima inquieta. E del mio sentire fortemente la mano si arma prontamente e la penna traccia sul foglio ciò che la parola ne coglie.
Id: 43914 Data: 24/08/2017 08:39:36
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Percezione
Due mondi esistono Uno alberga in me L’altro regna sovrastando fuori. Ed io non trovo la via che li colleghi solo un ponte fragile cosparso di aguzzi vetri. Non ho il coraggio di attraversarlo. Immota attendo per non perire mentre, osservo dal mio guscio e l’inquietudine, nasconde la roccia.
Id: 43558 Data: 20/07/2017 19:05:22
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Dolore e Oblio
Così andrò via un futuro giorno al tramonto notturno della luna senza potere più fare ritorno, non lascerò scia né traccia alcuna sulle vie calpestate di dolore. Ed andrò non più memore di nulla, sentimento alcuno nel mio core giacché ogni rimpianto allor s'annulla. Altri passi su codesta strada, copiose lacrime la bagneranno, ancora guerre a troncar altre vite. Ma prima che la notte eterna cada novelli sogni in volo s'alzeranno, amor rinasce a generar nuove vite.
Id: 42586 Data: 27/04/2017 11:32:14
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Aprile ( Acrostico)
Ali di farfalla, fruscio di pensieri remoti, Per i romiti campi da rugiada bagnati Rievocano con silente battito colori noti, Inneggiando alla fragilità dei dì vuoti, Lavano il dolore con sentori profumati, Eterei come scie d'esistenze immote.
Id: 42456 Data: 18/04/2017 11:55:04
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Suonano campane di festa
Le campane risuonano a festa la natura è rinata, sui spogli rami, vessati dal gelido inverno, boccioli di verdi foglie e fiori profumati, nei brulli campi germogli di grano. Venne un uomo, seminò nuove parole, più di lame sottili incisero i cuori oscurati, più delle spade timore hanno portato: perdono, fratellanza, purezza, verità, uguaglianza. Quell'uomo è salito sulla Croce, deriso, tradito, oltraggiato, torturato, sulla fronte la corona di spine, anche il cielo dall'alto fu oscurato. Dopo secoli ancora risuona la voce. Quanti uomini saliranno sulla croce, del loro sangue s'alimentano fiumi, piangeremo di tristezza e dolore lacrime che dissolte nel vento lasceranno solo tracce di fumo. Suonano nell'aria campane di festa, per chi con la vita sconfisse la morte, privilegiato fu chi ha visto e creduto, ma più grande è il dono di chi remoto verso l'ignota meta con fede lo segue.
Id: 42414 Data: 15/04/2017 08:07:08
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2Aprile Giornata mondiale della consapevolezza sullautismo
Non sono quel numero delle statistiche, sono un cuore cui far spazio nel tuo cuore com'io faccio sempre con ogni te. Di me paura alcuna non si deve, i miei scatti non sono contro nessuno. Io non so programmare ne' premeditare, il tuo mondo distrugger non intendo. Sono un essere con pari dignità, comprendere i miei bisogni potrai, entrando nel mio mondo con pazienza. Programma tu per me, aiutami a capire, elimina il caos che c'è nel mio percepire. Il senso colgo meglio con immagini, dosa le parole e riordina il mio tempo, ciò che per te ha un senso, per me non l'ha! io guardo coi miei occhi, che non sono i tuoi. Non lasciarmi troppo solo ma non essere invadente, lascia intorno a me l'aria per poter respirare. Non chiamarmi solamente speciale. Riconoscimi, dei miei pari, diritti sempre uguali consentimi quella libertà di preferenza, non cercare di modificare la mia essenza, non credermi incapace se esprimermi non so.
Id: 42251 Data: 04/04/2017 16:10:39
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Essere diversi
Non siamo mosche ne' zanzare, perciò non ci puoi allontanare, giammai vorremmo esserti molesti, non inventarti falsi pretesti. Non siamo come scimmie allo zoo, ma ci sentiamo rinchiusi in un igloo, nel gelido freddo dagli altri costruito, non guardarci con sguardo divertito. C'è un altro mondo da scoprire e di certo ti potrà solo arricchire, ma tu regalaci tutto il tuo amore, noi non vogliamo crearti dolore. Pensa che non abbiamo scelto noi di essere qui con tutti voi noi così infelici, fragili e persi, voi così perfetti, forti e diversi. (2 Aprile giornata dedicata all'autismo. Questa poesia, scritta da me l'estate scorsa, è dedicata a loro e a tutte quelle persone 'diverse')
Id: 42126 Data: 28/03/2017 16:06:38
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Il tempo d’un ultimo volo
Voglio sentire ancora il sole baciare le mie guance, il vento scompigliarmi i capelli, la pioggia bagnare la terra, i tuoni che squarciano improvvisi, le onde del mare infrangersi sulla sabbia. Voglio vedere ancora gli alberi che si rivestono di verde, la luna che segna i miei passi, il volo delle rondini a primavera, la scia d'un aereo che attraversa il cielo, il mare d'un azzurro arcano e profondo. Voglio toccare ancora con incerti passi i sentieri del mondo, andare ramingo e solitario cercando la vita. Voglio credere ancora in sogni rilucenti come le stelle inseguendo ideali in un'impavida vita, lottare fino allo strenuo per ciò che edifica l'animo ed annienta l'ingiustizia terrena. Non tarpare perciò le mie fragili ali, lasciami il tempo d'un ultimo volo, dammi il tempo per un'ultima speranza ch'elevi l'animo nel suo infinito cercare.
Id: 41976 Data: 17/03/2017 21:03:33
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Posata nel sottobosco
Come piccolo granello incolore nell’immensa distesa d’un deserto permane il mio essere. Come aeroplano di carta che giammai prese il volo, tarpato, giace il pensier mio. E la mia voce come un fruscio di foglia che, nell’aria cheta d’un autunno inoltrato, lieve si posa sull’altre, nel buio d’un sottobosco, ove non giunge la luce di cui brillan le stelle, non sboccian rose né orchidee, ma solo anemoni, fiordalisi e qualche timido bucaneve.
Id: 41618 Data: 19/02/2017 21:05:35
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Si vive a Dandora?
Cerchiamo tra quelle miniere d’inutile oro, sdegnato, e liquidato in montagne assolate d’un cielo nero, sopra la verde città al sole ambita meta d’un mondo che ignora. Distante tu guardi i miei neri occhi tra mosche e zanzare imploranti chi discosto non vede, non sente. Già morte speranze sotterrano vite che nudi cercano e rovistano tra aghi, bottiglie, tra tossici fumi un paio di scarpe e un pezzo di pane per denti affamati. Si paga la tassa per prendere un sol vetro che dia compenso a questo cercare. Cambiare si può? Non chiudere gli occhi! non voltare il tuo sguardo e il cuore! Fa che non sia solo una meta turistica si soffre ogni giorno per colpe non proprie ingannati, abusati e troppo dimenticati
Id: 41517 Data: 14/02/2017 12:47:17
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Sfugge il presente
Cos'è il passato? Un pozzo di immagini già stampate che pian piano sbiadiscono nell'album della nostra mente. Cos'è il futuro? Un rullino di foto ancora da stampare con cui fare gli aeroplani e sù nel cielo far volare. Cos'è il presente? Una sottile membrana scivolosa fra gli altri due frapposta che quando cerchi di afferrarla è già finita dentro al pozzo.
Id: 41306 Data: 31/01/2017 14:52:58
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Il poeta vate
Umile e solitario vai per sentieri ove Calliope sparge per te parole semi che germogliano al nuovo sole e di musica adornano i tuoi pensieri, tu solitaria voce ch’emoziona non ami alcuna ostentazione nel silenzio trai l’ispirazione, ma non sarà d’oro la tua corona solo di lauro verde intrecciato. Come pennello dipinge la tua penna su bianchi fogli e tu vate forgi perenni liriche che vibrano nell’etere incantato. S’alza la tua voce con coraggio illumina come faro l’universo incontro al tempo il tuo verso vola adagiando il tuo messaggio.
Id: 41236 Data: 27/01/2017 13:01:01
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Haiku
Pallido sole neve sciogli nei cuori dona calore
Id: 41184 Data: 23/01/2017 19:14:35
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Sovrana natura che su tutto impera
Risorgeremo un dì da codesto infinito dolore, toglieremo i detriti dopo aver scavato con mani sanguinanti cercando ciò che via c'è stato portato. Si scioglieranno le nevi mostrando nuda terra e allora ricostruiremo mura, campanili, scuole, case, mattone su mattone ricostruiremo la vita. E tu terra non vedi quanta fatica? sai il male che noi t'abbiamo inflitto, ti scrolli di dosso prepotenza, odio, noncuranza, pretese da re che devastano il tutto, che ambiscono potenza. Tu sovrana natura d'autorevole scettro su tutto imperi e tu fragile uomo ignori come formica erige sua tana ove tutto accumula finché improvviso crollo tutto seppellisce strato su strato. Risorgeremo però, dai detriti nuovi muri, dai nostri corpi ormai decomposti nuove molecole alimenteranno nuove vite. E tu terra ci starai a guardare incurante dell'odio che su te imperversa perché sai che un dì tutto finisce.
Id: 41122 Data: 20/01/2017 13:42:46
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