Stavano seduti a spolverarsi di salsedine su una panchina fronte mare.
Non stavano più insieme da nove anni.
Lui aveva sognato che avevano avuto un figlio un anno prima di lasciarsi.
Lei mosse gli occhi a sinistra. Non ci aveva mai pensato a un figlio con lui.
E se l'aveva pensato, ormai l'aveva rimosso.
"Secondo te cosa sarebbe potuto diventare nostro figlio?" Le chiese
"Un pilota d'aerei. Per te?"
"Non so"
"E come sarebbe stata la sua prima ragazza?"
"Bellissima, rossa, con gli occhi verdi"
"Come te insomma"
"Io sono un ricordo. Per te invece?"
"Io...concordo con te. E gli sarebbe piaciuto il mare?"
"No, per niente, l'avrebbe detestato. Ti avrebbe sbattuto in faccia il suo contrario. Tu hai amato il mare e annientato me"
"Quindi nostro figlio avrebbe annientato il mare e amato te?"
"No, avrebbe ignorato il mare e sputato su di me"
"E la saliva più dolce l'avrebbe riservata agli aerei?"
"No, gli aerei gli avrebbero riservato un gabbiano molesto a otturare i motori, e non ci sarebbe stato nessun idraulico del cielo a salvarlo"
"Allora sarebbe diventato uno scrittore?"
"Non credo. M forse avrebbe scritto su di noi. La storia di due cuori crivellati di niente che partoriscono un fantasma"
"Lo stai uccidendo"
"Uccidendo chi? Non l'ho sognato io. E comunque tu non mi hai detto nulla di lui"
"Nel sogno per me era un idea. Un ombra. Ho chiesto a te perchè tu me lo potessi materializzare davanti agli occhi. M anon lo vedo"
"No. Non puoi vederlo. Non attraverso me. Te l'ho detto, sono un ricordo. Tu invece fai solo finta di ricordare. Noi due non esistiamo più"
Il mare tese le onde e lacrime di vapore cazzeggiavano sulla panchina vuota.
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