I testi sono riportati a partire dall'ultimo pubblicato e mantengono la formatazione proposta dall'autore.
Il percorso è una via di intrecci confusi, di ascese, di ricadute.
una determinata scelta può spianare la strada o annientare la prospettiva.
Lui aveva due pedine in mano. Venditore dei case o giardiniere. Scelse la prima.
Ma non c'era la stoffa. Non l'aveva. E se l'aveva era nascosta.
Frammentata. Avrebbe dovuto riunire i pezzi e farla sua.
E poi la volontà. La volontà scelse quella strada perchè pareva più semplice, priva di sudore.
Invece sudò. Sudò le camicie. Anche se non erano sette. Forse erano pure di più. Non vendette nemmeno una casa.
Un mese dopo gettò via la tenuta da immobiliare e l'inanima da venditore.
Portò fuori le gambe. Si rifugiò al parco. L'ombra di un albero accecava la panchina. Si sedette.
Un giardiniere potava una siepe.
Mentre lo guardava, Pensava a come avrebbe potuto essere lui in quelle vesti verdi. A occuparsi del verde.
Si immaginò sopra un albero, con il vento che lo prendeva in braccio e lo portava più su, a spedire i rami secchi a fondersi con la terra, e quelli più forti a sondare il cielo.
Poi si vide fronte mare, immerso in un giardino intento a falciare la morte da una villa decadente. Poi la falce cadde in terra e le sue mani disegnarono la vita.
Era questo che avrebbe voluto. Forse. Può darsi. Chissà.
Si alzò. Si avvicinò dal giardiniere. Gli chiese
"E' da molto che fa questo lavoro?"
"Da quasi trent'anni"
"E la soddisfa?"
"Guardi a dir la verità ho sempre desiderato vendere case".
Silenzio. Si accese una sigaretta. Girò i piedi di novanta gradi e lasciò il giardiniere a masticare la siepe.
Più avanti avrebbe acquistato una casa con giardino.Ma non avrebbe mai più usato una falce né indossato una camicia.
Stavano seduti a spolverarsi di salsedine su una panchina fronte mare.
Non stavano più insieme da nove anni.
Lui aveva sognato che avevano avuto un figlio un anno prima di lasciarsi.
Lei mosse gli occhi a sinistra. Non ci aveva mai pensato a un figlio con lui.
E se l'aveva pensato, ormai l'aveva rimosso.
"Secondo te cosa sarebbe potuto diventare nostro figlio?" Le chiese
"Un pilota d'aerei. Per te?"
"Non so"
"E come sarebbe stata la sua prima ragazza?"
"Bellissima, rossa, con gli occhi verdi"
"Come te insomma"
"Io sono un ricordo. Per te invece?"
"Io...concordo con te. E gli sarebbe piaciuto il mare?"
"No, per niente, l'avrebbe detestato. Ti avrebbe sbattuto in faccia il suo contrario. Tu hai amato il mare e annientato me"
"Quindi nostro figlio avrebbe annientato il mare e amato te?"
"No, avrebbe ignorato il mare e sputato su di me"
"E la saliva più dolce l'avrebbe riservata agli aerei?"
"No, gli aerei gli avrebbero riservato un gabbiano molesto a otturare i motori, e non ci sarebbe stato nessun idraulico del cielo a salvarlo"
"Allora sarebbe diventato uno scrittore?"
"Non credo. M forse avrebbe scritto su di noi. La storia di due cuori crivellati di niente che partoriscono un fantasma"
"Lo stai uccidendo"
"Uccidendo chi? Non l'ho sognato io. E comunque tu non mi hai detto nulla di lui"
"Nel sogno per me era un idea. Un ombra. Ho chiesto a te perchè tu me lo potessi materializzare davanti agli occhi. M anon lo vedo"
"No. Non puoi vederlo. Non attraverso me. Te l'ho detto, sono un ricordo. Tu invece fai solo finta di ricordare. Noi due non esistiamo più"
Il mare tese le onde e lacrime di vapore cazzeggiavano sulla panchina vuota.