Fosse anche la nebbia ciò che tocco
rada, argentea seta esaurita
a celar sangue ad ogni rintocco
Sognar vorrei che là fosse vita.
Pur nel comporre un mero sonetto
di lingua, la spada taglia la voce
di chi esporre vuol, poveretto
il vago fluir del rivo alla foce.
Quando i cuori sono in tumulto,
vergando con garbo e sottovoce
poco manca ti raggiunga un insulto.
E scende la nebbia, qui, portavoce
di preziosi e raffinati dipinti
pavoni, sì, eppur chiusi in recinti.
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