Pubblicato il 13/02/2019 11:40:07
UNA POESIA QUALUNQUE Amiamoci come cani, ruggendo come leoni fra i milioni di fili d'erba, selvaggio letto con la luce o l'ombra come lenzuolo. Scolo un Bourbon e scrivo una poesia che sia madida di sudore ed affanno, del tuo ansimare e del tuo urlare intonato come la regina della notte. Non me fotte più nulla dei versi ipocriti e delle strofe al miele di questi mediocri pennivendoli del 21° secolo. Io sono un animale, un cinghiale inferocito, un rinoceronte impazzito, un felino ferito che si lecca la zampa dopo la caccia allo gnu. Non cerco alcuna gru per le mie rime... si alzeranno quando saranno polvere nel vento, o lo sarò io. E sento, sento in me una rabbia furibonda, un'onda irrefrenabile che vuole divorare il bagnasciuga. L'oceano si sta impadronendo di me. Terminata la poesia ti sveglierò, egoisticamente ti sveglierò, e ti scoperò ancora fin quando la mia ira non diventerà lira, un accordo dolce come un usignolo. Mi scolo un oceano e poi mi consolo con qualche verso ubriaco di disperazione. Questa vita è una canzone tediosa, mi ha stancato. Sono stufo di questo secolo di poetucoli da 4 soldi che si ficcherebbero la penna su per il culo anche solo per un applauso, un raglio di un mulo. Sono stufo di questo secolo dove abbiamo tutto non avendo niente, dove le stelle son spente e accese le luci, dove le bocche arrese sono quelle dei veri. Dentro di me ruggisce un uragano e non si può contenere con una boccia di vetro. E’ tetro il mio pensiero, ma tu, da questo albero nero, cogline i frutti, i rutti, le oscenità, le radici profonde. Ti prometto che un giorno caverò dal cielo una galassia e te ne farò una collana spaventosa e terrificante, una margherita ombrosa e infinitamente pesante, tale che si spezzerà il tuo collo delicato. E già so che domani mattina avrò dimenticato tutto, ogni divina ambizione di scrivere una poesia qualunque, ispirato da una sbornia qualunque. Lascia questo foglio sul tavolo, Grazie.
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