Ci basteremo un altro giorno franti
dal nugolo di affanni e l’io solcato
s’incenserà in riflessi, e pur distanti
l’una saprà dell’altra voce il fiato.
Estranei all’oro cupo che snatura
la levità del tempo, sospirato
refrain di volo mosso da un’altura
su mute crepe tese lato a lato.
Mosaico agli occhi le ho fermate, chiare
molecole in carezze, cartilagini
sostrato a pose tra parole e cielo
lievi alla pietra, e ancor sottile un velo
di sete e acqua -una prassia d’immagini -
scivola in greto d’ombra ed è già mare.
Sonetto in endecasillabi - rime ABAB, CDCD, EFG, GFE
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