Pubblicato il 13/01/2019 13:27:02
SOLITUDINE Notte che sogni, notte che vai, notte che sussulti, notte che in lai contorti le sorti urla il tuono al mare increspato … come il fiato di una donna ansimante la brezza mi accarezza l’orecchio e lo specchio mi mostra la parte più bella di me: la sagoma buia di un sogno oscuro. E caparbio e duro Con penna e carta Provo a contenere Fra due lettere Il cielo inferocito, fra due versi l’infinito andare di questo tempo convesso, e in una poesia me stesso.
« indietro |
stampa |
invia ad un amico »
# 2 commenti: Leggi |
Commenta » |
commenta con il testo a fronte »
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Stefano Verrengia, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.
|