Pubblicato il 03/01/2019 16:01:33
Scrivo il tuo nome col tè bollente col buio pesto di pieno inverno con la spalla trafitta, con la condensa bituminosa del treno in corsa. Dovunque mi giri panini lasciati a metà residui di fantasmi risucchiati dalla corrente oltre i finestrini discariche e nebbie ma il tuo nome lo porto aggrappato ai capelli come fosse una luminaria un reticolo di brina è croco di neve che abbaglia è bruciore illegale di piracanta nei grami giorni della merla. In Il pomeriggio della tigre “I granati”, Terra d’ulivi edizioni, Lecce, 2018
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