Pubblicato il 16/12/2018 02:13:11
Tra i sassi ormai anneriti dei binari s'alza un frinire flebile di grilli mentre la notte tace e in mar la luna traccia una scia cangiante che m'incanta e un usignuolo solo piange e canta. Tra agave fioriti e fichi d'India una finestra ancora ha il lume acceso il treno più non passa come un tempo s'avverte a tratti un refolo di vento e un suono di campana mesto e lento. Quel treno più non passa nella notte non sento più quel fischio tutto il giorno un fiore sboccia in mezzo alle rotaie più non s'affaccia lei a quel finestrino più non la vedo passare ogni mattino. Dove sarà finito il vecchio treno che assordava sfrecciando a tutte l'ore? L'avranno demolito o convertito? Forse è pieno di ruggine e sospira i suoi capelli al vento più non spira. Anima mia, dove sei finita? Ti scrivo questi versi mentre penso ai cuccioli che avrei voluto darti e che impietosa mi negò la sorte. Forse tu suoni ancora il pianoforte e tra le note stai cercando mesta un accordo, un metro che non torna, ormai di me non resta alcun ricordo ma quel suono la mente mi frastorna pensando a quell'età che più non torna. Salvatore Armando Santoro (Donnas 27.4.2018 – 20,26)
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