Pubblicato il 20/06/2021 18:03:23
Camminando nelle larghe strade di periferia, mi fermai ad osservare le sagome stilizzate di alcuni alberi che emergevano sulla linea rossa di un tramonto perduto laggiù in un campo di erba incolta che si apriva improvvisamente nel canyon dei palazzi. I fili sottili dei rami disegnavano occhi, labbra e simboli alchemici che nuotavano perdendosi nel vento e al tempo stesso mostravano infinite dimensioni oniriche in cui mi perdevo senza riuscire a decifrarle. Il mattino dopo nell’aria cristallina quegli stessi alberi sembravano pietre miliari che mi invitavano a inoltrarmi per sentieri sterrati sorti per magia nella notte in quello stesso campo prima così impenetrabile. E allora mi apparve chiaro che è la luce che dà forma e spirito alle cose, che può infuocarle nel mistero di un tramonto o farle ridere nell’aria tersa di un mattino di sole. E noi stessi, come ogni elemento della natura, siamo frammenti fugaci e mutevoli nelle diverse sfumature della luce.
« indietro |
stampa |
invia ad un amico »
# 1 commenti: Leggi |
Commenta » |
commenta con il testo a fronte »
I testi, le immagini o i video pubblicati in questa pagina, laddove non facciano parte dei contenuti o del layout grafico gestiti direttamente da LaRecherche.it, sono da considerarsi pubblicati direttamente dall'autore Antonio Zifaro, dunque senza un filtro diretto della Redazione, che comunque esercita un controllo, ma qualcosa può sfuggire, pertanto, qualora si ravvisassero attribuzioni non corrette di Opere o violazioni del diritto d'autore si invita a contattare direttamente la Redazione a questa e-mail: redazione@larecherche.it, indicando chiaramente la questione e riportando il collegamento a questa medesima pagina. Si ringrazia per la collaborazione.
|