VALZER DEGLI SCHELETRI
Cosa siete, voi che maldestri
Danzate scricchiolando
Come porte di case infestate
Dai fantasmi?
In questa stanza
Miasmi mortiferi
Mi fanno comprendere
Che qui l’unica
A festeggiare
È la morte.
Sorte beffarda
vi ha toccato
con il suo cancro,
con il suo tocco oscuro.
Cos’è questo luogo?
La stanza di un ospedale,
un cimitero risvegliato,
l’anticamera dell’inferno?
Eterno mi sembra
Il tormento,
dannati a danzare
nell’aumento
del vostro dolore.
In quale momento
Vi accascerete a terra,
vi si spezzeranno le ossa
come pane croccante
pronto a nutrire il Tempo?
Questo non so …
Scheletri,
che quadro maledetto
ispirate alla mia penna!
Siamo nulla al cospetto
Del malvagio universo,
sempre pronto
ad inghiottirci
come una voragine
infinita nella quale,
prima o poi,
per sbaglio tutti metteremo
il piede funesto.
Danzate, danzate, danzate,
lesto è il passo
e nessun Dio lenirà
questo martirio,
forse solo la dea morfina
vi illuderà della pace …
chissà che stanza
nasconde l’ultima porta,
chissà cosa comporta
accettare l’ultimo buio:
danzate, scheletri silenziosi,
leggeri
come una nube di polvere,
danzate nel dolore
che rende deboli perfino i lai,
danzate fino all’ultima porta,
che dove ci porta
non sapremo mai.
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