Pubblicato il 21/06/2010 15:30:29
Oggi mi sono sentita triste, ho sofferto tre tipi di paura accresciuti da un fatto irreversibile: non sono più giovane. Ho discusso di politica, di femminismo, dell'opportunità della riforma penale, ma alla fine dei discorsi toglievo dalla tasca il mio pezzetto di specchio e mi si riempivano gli occhi di lacrime: non sono più giovane. Le scienze non mi hanno soccorso, né ho per definitivo conforto il rispetto dei giovani. Ho aperto il Libro Sacro in cerca di perdono per la mia carne superba e lì era scritto: "Fu per fede che anche Sara, nonostante l'età avanzata, è stata capace di avere una discendenza..." Se qualcuno mi fissasse, ho insistito ancora, in un quadro, in una poesia... e fossero oggetto di bellezza i miei muscoli flosci... Ma non voglio. Esigo il destino comune delle donne sulle tinozze, di quelle che mai vedranno i loro nomi stampati e tuttavia sorreggono i pilastri del mondo, perché anche se vedove degne non rifiutano il matrimonio, anzi trovano il sesso gradevole, condizione per la normale gioia di legare un nastro sui capelli e pulire la casa al mattino. Una tale speranza imploro a Dio.
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