Pubblicato il 13/10/2018 22:07:43
Il sabato sera è così: comete di versi, aspettare, guardare crescere il prato. Di tante faville una sera così conserva l’attesa: un petardo senza miccia dove non basta drogarsi di inesperte malinconie per riuscire a non vedere, oltre la soglia: la porta. E guardare ai prati zuppi di rugiada che saranno domani dove… non necessariamente, non necessariamente. Sera di matte veglie l’ora, rispondi e parla! perché? se essere giovani è vivere, maturi è sperare, ma dei vecchi è la disperazione dei sorrisi tirati, dall’attaccatura dei capelli dove non ci son più. Ora chi si trova, non necessariamente, non necessariamente, come me, dentro uno spazio da sé ritagliato non una nicchia ma una grotta, inaspettatamente lasciata dalla vita; spazio per parlare ed ascoltarsi; onde su ombre: distendo le gambe sul divano. Sera del 13 ottobre 2018
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