Lontano dalle luci della città
il firmamento risplende nel buio della notte.
Lo sguardo penetra
la profondità del cielo,
la ragione si perde
lungo gli infiniti e misteriosi percorsi
in cui si manifesta il Divino.
All'alba dei tempi
gli auspici dei sacerdoti seguivano i segni delle Divinità
nei movimenti delle costellazioni e dei pianeti,
del sole e della luna.
Dai deserti della Mesopotamia e dell'Egitto
gli Dei animali muovevano i destini degli uomini
e i cantori dell'Ellade narravano le gesta degli Dei pianeti
nell'etereo universo dello Zodiakos.
La volta celeste
determinava i destini di ogni essere vivente,
delle piante, degli animali e del mondo inanimato,
il mistero e il divino
si fondevano in una sacra pioggia
che penetrava ogni cosa del creato.
Tutto era sacro: divinità, magia, poesia e scienza
si fondevano in un sogno unico di bellezza
ed ogni stella cadente era un angelo benefattore
che portava con sé desideri di felicità.
Negli abissi sconfinati
si materializzano i sogni e le paure
dell'inconscio tormentato dell'Umanità;
le sue virtù e le sue debolezze
nei dodici segni del cielo stellato,
dodici come gli apostoli di Cristo.
Un cuore puro vede nel firmamento
l'infanzia del genere umano,
gli eterni simboli del sacro
che alimentano la sua anima di energia vitale.
Il destino è nelle stelle,
specchio dell'infinito universo
che è in ognuno di noi!
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