Pubblicato il 06/10/2018 13:26:39
Son morta sei volte una volta non è questo che conta macerie di padri dissesti tremava la terra calore di cellule da dissodare mutarsi di vite ferite vessillo d’umana adempienza l’essere femmina cammina trecce nei campi, sul capo, nel pane volute di fumo roghi stregati la salvia dentro la gonna sipario pregarsi divino incarnarsi piume negli occhi sguardi volano rasi ora che sono pulita intono il tamburo al mio cuore scappate vili ricordi le cosce possenti i piedi di roccia tornare avrà quello sguardo d’eterno sapere.
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