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Il cancello


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Pubblicato il 11/02/2019 12:00:00

 

La riva

 

Nel fondo della notte,

a lungo l’ho guardato

il buio tremando

con tuttala paura

che mai più

facesse giorno

e fosse, la riva,

la memoria di un sogno

o un’altra vita.

 

 

 

La città

 

A chi si appresta

al finestrino e chiede:

« Che paese è questo? »

nessuno che risponda.

 

Erba di traversina

ai lati delle ruote;

il convoglio si muove

per la città

che ancora

non ha nome.

 

 

 

Il cancello

 

a Liana 

 

Al cancello dei morti

si impigliò il foulard

e ancora lo conservi

assieme all’istantanea

che il tedesco gentile

ci scattò d’estate,

 

quella di noi più giovani

col fondo di filari bianchi.

 

 

 

Ad ogni ora

 

Guardo fuori dai vetri

laggiù dove ti amo

ad ogni ora che perdo

o mi abbandona

perché di noi

non si ricorda l’aria

che passa dentro gli anni

e non ritorna.

 

 

 

L’aria di lei

 

Oh l’aria di lei comparsa

al fondo della via,

la beata indolenza

che fa grigio febbraio

e disadorno

a chi allontana gli occhi

e non la chiama,

vana felicità senza futuro.

 

 

 

Preghiera

 

Umile nel ricordo,

così segrete vanno

le tue canzoni

al muro delle rose.

 

Ti sovvenga di me

nell’altra storia

ora che lasci il vuoto

a cui mi affido,

cara creatura e madre

per cui non c’è parola.

 

 

[ da Il cancello, Francesco Scarabicchi, peQuod ]

 

 


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