Pubblicato il 03/03/2012 09:44:48
LA GRECIA IN AGONIA SALVATA IN EXTREMIS da un negligente e contraddittorio sistema di vasi comunicanti
di Ninnj Di Stefano Busà
Al momento sembra che il fallimento della Grecia sia stato scongiurato da una manovra comunitaria tra gli Stati dell’Unione. Ma sarà una “vittoria di Pirro”? Dopo molti tentennamenti, incertezze, manovre di riconversione, nuovi accordi, ripensamenti e varie, l?unione della Banca Centrale Europea ha deliberato e convalidato il prestito alla Grecia, afflitta e stritolata dalla crisi economica che l’attanaglia da alcuni anni. Anni di grandissimi rischi, e di devastanti incertezze che hanno ridotto il paese un enorme <buco nero> senza via d’uscita per la popolazione che si è vista stritolata dai mercati finanziari e messa alle strette con un debito pubblico da capogiro. Un po’ dell’ingente danno fatto a loro stessi si deve ai loro governanti che hanno “truccato” i conti, le manovre finanziarie non erano in grado di coprire l’enorme debito contratto e si delineava la paralisi e il fallimento titali con gravissimi rischi che avrebbero trascinato anche altri paesi dell’eurozona in difficoltà. Ma malattia è scongiurata al momento da una cura da cavallo che fa toccare cifre record ad una Grecia allo stremo, di cui è impossibile valutare ulteriori sviluppi e la risoluzione dei problemi endemici, ormai cronicizzati da un andamento di mercato bloccato, da un indice di arretratezza competitiva con paesi emergenti come la Cina e l’India, lo stesso Brasile che sono ormai all’avanguardia del potere di sviluppo e di ricerca delle materie prime, nel meccanismo delle trasformazioni. La Grecia e paesi analoghi, arretrati e senza crescita, senza adeguate strutture hanno bisogno di pianificazioni ingenti di sviluppo, di riforme costituzionali, di crescita e di investimenti che ovviamente non trovano più attecchimento in zone rurali e poco sviluppati perché non dedicano risorse alla ricerca, alla scuola e ai mezzi di sviluppo, la well fare è quasi inesistente, le banche non danno più credito perché svuotate del loro potere di acquisto in titoli credibili e affidabili. C’è allora da porsi la fatidica domanda: saprà la Grecia trovare il bandolo per uscire dallo strangolamento e regolarsi sul piano tecnologico-amministrativo come si addice ad un paese allineato? che deve proseguire di pari passo agli altri? oppure resterà tagliato fuori dalla realtà tragica di un sistema produttivo arretrato, da un sottosviluppo invasivo, da una burocrazia retrogada e compromessa? Il vero guaio per i paesi dell’eurozona sta proprio in questo non allineamento, nell’adeguatezza strutturale e commerciale dei loro scambi, nel PIL (prodotto interno lordo) che non tira, non ce la fa ad adeguarsi ai tempi e alla concorrenza, è inagibile dal lato industriale, tecnologico; le imprese straniere non investono in paesi arretrati che non danno un minimo di garanzia. Da qui, il salto nel buio, perdite su perdite si accumulano, lasciando vuoti incolmabili nella finanza e nelle casse dello stato che a tal punto non regge, implode come un pallone sgonfiato dal suo ossigeno e la caduta verticale, senza paracadute, provoca una rottura degli equilibri paragonabili ad un’altra guerra. I fatti sanguinosi e i morti lascuati sulle strade greche, le insurrezioni, le rivolte sono la prova evidente di uno stato di fatto intollerabile, in cui avendo smarrito tutte le certezze, il popolo non ha più nulla da perdere ed esplode in una rabbia difficilmente arginabile.la guerra civile, la guerra tra poveri. La situazione ora ppare meno drammatica, ci si augura la completa soluzione della vicenda greca, anche perché il caso potrebbe costituire un precedente ripetibile per altri paesi in difficoltà. Bisogna correre ai ripari, equiparare un FONDO COMUNITARIO DI SOPRAVVIVENZA con tutte le garanzie riservate ad un accordo internazionale di quel livello, soprattutto vigilare e fare rispettare le regole, perché senza regole comuni, senza condivisioni, senza benefit fiduciari tra i Membri non si esce dall’impasse, LL
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