Pubblicato il 25/08/2018 09:50:12
Lascia che vada paesaggio dai fronti deformato, sia il letto cespuglio per uccelli dal canto straniero a me prossimo. Lascia che a Tarusa sigilli ogni squarcio e affidi al sambuco le soglie dove ha pace la voce. Che al custode consegni le case vuote, il freddo di ponti arcani, la mano mancata dal bene. Le non confessioni di libertà sotto vesti logore, lasciale armarsi di primavera quando anche il corpo avrà gioia in una piana di blu, per confine.
A Marina Cvetaeva
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