Già ebbi a scrivere
se ricordo bene
dell'aratro dai molti versuri
che graffia prìmacùte alla terra
ulterior segno facendosi
per chi di noi che guarda e vede
del tempo che in suo cerchio va
E ora che m'appoggio
alla ruggine d'un ponte
eretto io quale un horihomo
divèng'anch'ìo misura a questo tempo
in quest'ombra dritta come strallo
Sì ch'el tempo
si mostra invece come oggetto
ineludibile percorso
in quanti accasciati seduti muti stanno
chiusi nell'abiura dell'azione
per peso percepito di lorvìta
che pavida e in ombra tùttachiùsa
così si resta
perde
come indentro d'un campo minato
ch'esploda d'esistenze altrui
Un intorno d'infinito
è ciò che loro sanno
mentre infinito intorno
è ciò che sempre accoglie
la vita di chi vive
(tratta da una raccolta inedita
ancora senza titolo)
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