Amok di Stefan Zweig
Con questo breve racconto del 1922, Stefan Zweig sale alla ribalta letteraria europea.
Lui che avrà “l'onore di essere accomunato all'ottima compagnia di Mann, Freud e Werfel” nel rogo nazista dei libri del 1933, premonitore della barbarie che avrebbe insanguinato l'Europa.
Il libro prende nome da una patologia ossessiva che impadronendosi degli individui li domina sino alle estreme conseguenze. Una sorta di idrofobia umana.
Ed è in questa cupa storia che si sviluppa questo invasamento, raccontata con un crescendo ossessivo reso con grande maestria, incatenando il lettore sino alla tragica conclusione.
Fortunata fu anche la sua serie di biografie: Proust, Tolstoj, Balzac, Maria Antonietta, Maria Stuarda e altri.
Ma il demone non lascerà nemmeno lui che aveva scritto La lotta col demone: Hölderlin, Kleist, Nietzsche.
Questo gli imporrà la vita del fuggitivo.
Non reggerà la vista del dilagare nazista, che pareva dominare l'intera Europa, che lui tanto agognava pacifica e unita.
Alla fine vincerà il demone e gli prenderà la vita, nel lontano Brasile, col suicidio finale.
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