Pubblicato il 25/06/2009 15:16:53
Studi sull'isteria d'Impero: Dieci piccoli imperatori del dr. Giuseppe Paolo Mazzarello
'Cittadini, badate alle vostre mogli: è arrivato Crapa Pelata. Si è fottuto, in Gallia, l'oro: qui, ciò che vuole lo prende a prestito.' (dai canti dei Legionari Romani)
Non aveva molti capelli sul capo, Cesare, ma i suoi competitori ebbero da lui qualche grattacapo. Nonostante tutte le malattie che gli furono attribuite, egli soffrì solo di mal di testa. Sentiva sul capo l'invidia per la sua vita sensuale di ampio respiro. L'unico ampio desiderio dei suoi competitori era di stroncare quel respiro. Invece Costantino faceva le cose in famiglia ed alla sua morte si aprì un contenzioso sulla successione. C'entravano tre figli e due nipoti. Il figlio Costantino II° ebbe le Gallie, ma voleva anche le Italiedel fratello minore Costante, ed ebbe una tomba. Costanzo non aveva simpatie per gli eretici ariani e fu ucciso dall'Alamanno Magnenzio. Costanzo II° era il terzo figlio e riuscì a vigilare sull'Oriente, ma non sui familiari che morirono quasi tutti compresi Dalmazio ed Annibaliano che avevano ereditato qualcosa. Mosse guerra all'imperatore usurpatore Magnenzio e lo costrinse a suicidarsi insieme al fratello, erano tempi nei quali ancora si sapeva farlo. Alla fine ne rimase almeno uno, il parente superstite Giuliano. Aveva incarichi militari nelle Gallie, ed i Legionari li allargarono nominandolo augusto. Costanzo non era d'accordo ma una malattia gli diede il colpo di grazia. Di questi due ultimi imperatori è importante la fede religiosa. Costanzo era ariano e trovò un formidabile competitore nel vescovo di Alessandria, Atanasio. Quest'ultimo era ortodosso, sosteneva l'unicità della natura divina ed umana di Gesù Cristo, la coincidenza del Padre col Figlio, la Santissima Trinità. Ci fu un concilio a Serdica (Sofia) dove il presule la cantò chiara agli imperiali, chè il regno di Dio era vicino e nell'attesa ci pensava lui. Gli ariani non concordavano su tutti quegli aspetti unitari, secondo loro il Figlio non aveva che la natura umana, insomma il Padre restava nei cieli e l'imperatore sulla terra. La Chiesa Romana pose le basi in Occidente, quella ariana in Oriente. L'Occidente sarebbe stato cambiato dal Padreterno sceso in terra, l'Oriente si sarebbe accontentato di un padre che dalla terra non si era mai mosso. 'Se canti la tua voce/ è un'armonia di pace/ che si diffonde e dice:/ se vuoi vivere felice devi vivere quassù' cantava Marino Marini nel 1938. Erano passati tanti anni e l'auspicio di Dante che il Pontefice facesse un passo indietro e l'imperatore uno avanti non aveva prodotto gli effetti sperati. I passi erano stati tutti indietro ed alla fine, almeno sulla terra, non resterà che restringersi. Comunque non dobbiamo rinunciare a trarre ispirazione dai tumultuosi concili del IV° secolo AD dove si confrontavano gli indirizzi di vita. Erano gli eredi dei confronti nel Foro Romano, anche quando erano scontri. Nel AD 351 gli Alamanni invasero la Gallia, non siamo nel 1940. Nel AD 343 Atanasio era stato invitato a raggiungere gli Anacoreti a Tebe dove trovò una comunità di baldanzosi fuorusciti da oppressivi regimi fiscali, non siamo nel 2009. Nel 361 il il successore di Costanzo fu appunto il cugino Giuliano. Egli era di stirpe reale, ma ebbe un'infanzia degna di Oliver Twist. Come accadeva agli orfanelli di un tempo, si salvò con l'istruzione. Ebbe un precettore Greco che, se lui voleva andare al teatro contemporaneo, gli diceva quanto era meglio Sofocle. Se lui voleva fare una scampagnata, quello gli diceva di leggersi l'approdo di Odisseo ad Itaca che era anche meglio. Pur crescendo un po' solo, il ragazzo si era fatto ed il cugino imperatore pensò che era meglio toglierselo dai piedi. Così lo aveva mandato a fare il cesare in Gallia, senza grande potere effettivo ma il giovine se lo prese lo stesso. Nel AD 357 sconfisse gli Alamanni, che avevano più del doppio delle sue forze, disponendo la fanteria a falange. Conosceva poco il Latino, ma il Greco lo aveva imparato bene ed a qualcosa gli era servito. Liberata la Gallia, diminuì le tasse ai Galli perchè si erano impoveriti. Unito a quello della filosofia Greca, aveva il dono della semplicità. 'Mi' nonna a un'or de notte che vie' Tata Se leva da fila', povera vecchia, Attizza un carboncello, ciapparecchia, E magnamo du' fronne d'insalata' (Giuseppe Gioacchino Belli).
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