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25 luglio, San Giacomo, anniversario di matrimonio dei miei genitori.
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Persiane verdi, tese ad origliare
in quella brezza che sospinge i cuori...
Dolce Mamma, ti vedo come allora...
Lunghe treccine,
musica nel cuore
Cantavi;
e del tuo canto,
s'empiva la contrada.
Un intermezzo,
per potervi dire,
che la mamma, viveva
con la zia;
la zia “speziale”
che si dilettava a elaborar
rimedi naturali,
nonché medicamenti,
d'antica medicina.
Ecco, cosa accadeva:
un giovane studente
innamorato,
bussava alla lor porta;
chi era?
Ma tu, non potevi sapere...
Non potevi sapere, signorina,
ch'egli, ancora una volta,
ti ha cercata
e, per un irresistibile richiamo.
Andava ad aprire la zia:
“In che cosa la posso servirla, signore?”
“Signora, io non sto bene...
E forse, è nostalgia...
Perciò, cerco un rimedio
al mio cuore malato.”
“Capisco...
Ma mi dica:
da quanto tempo è innamorato?”
“Da sempre.
La sento come brezza, aleggiar
dolcemente
e sussurra il mio nome.”
“Comprendo e la capisco...
codesto, è mal d'amore,
quindi, le do il consiglio
che più le giova:
tre opercoli di menta,
due gocce di rugiada...
… ma, ella si è distratto,
non mi ascolta, signore!”
“… Ave Maria...”
“Oh quale meraviglia!
Chi canta in quest'ora, divina?
Non seppi una voce più bella,
pria d'oggi, discendere in cuore.”
Rispose zia Marietta:
“È mia nipote.
È bello quel che dice perché anch'io,
nell'udirla, le dico,
ho tanta gioia.”
“La prego, signora,
mi farebbe conoscere sua nipote?”
“Volentieri...
Pinuccia vieni, c'è un signore...
Vuol farti i complimenti.”
Si schiudeva la porta
e Giuseppina apparve;
bella dagli occhi sognanti,
ella, notando il giovane
ha un sussulto:
“Nino...!” Sussurra
e lacrime di gioia,
imperlano il suo viso.
La stessa cosa, accadde
ad Antonino, che nel vederla,
ha un sussulto:
“Pina...!”
Commosso, umidi gli occhi,
s'imperlano le ciglia.
“Oh come è strano... Noi,
che ci conosciamo...
Dammi la mano,
ti condurrò all'altare.”
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Da “Ricordi del preesistente” L'Autrice parla dell'incontro dei propri genitori.
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