Scrivere poesie può essere un diletto
dritto negli occhi non guardi la vita
giocare come con le parole
senza speranza, senza attendere nulla;
altro è vivere
dove le parole
e i silenzi
son come stiletti
rigirati nella carne
a un colpo ne segue un altro
e ti rialzi sempre come un vecchio pugile
suonato
stonato
solo.
Non è l’imperativo categorico di Kant
né del tuo allenatore
è il DNA
la vita che ci prova sempre
la sua morfina
è speranza.
Se capissi di aver sbagliato tutto
sarebbe fieramente
impossibile
non ho fatto ciò che ho potuto
ho compiuto
adempiuto
anche solo le azioni
umane
non umane
impossibili.
E mi dici che ci sarai
complimenti per la fiducia
le strofe che intanto potremo scrivere
saranno tempo vuoto
e tu
mi vorrai più bene
intanto
senza conoscermi.
Forse sarebbe meglio
sprangare le porte
o uscire in giardino
non aver parola per nessuno
dove le stelle continuano a ardere
indecifrabili
per fortuna
abbastanza lontane
per non potere
che sognarle.
Sai, non pensavo di poter scrivere versi così lunghi,
li pensavo per i grandi
ma ci riesco anch’io
i poeti valgono per il peso
di parole sempre uguali
mescere un vino tagliato,
forse piacerà
una parola o due
senza condizioni
né regole di ingaggio
tratta non senza dolore
da vita tutta.
Miraggi
non sono desiderati,
vi stancherò con i miei versi
o forse
più probabile
mi sfinirò da solo
sotto le stelle
di una notte come questa
o di un pomeriggio di domenica
dove sei a corto di speranze,
sapessi davvero perché
ho scritto
compiuto
iniziato e mai finito
qualcosa.
Forse tu che ascolti
bevi le mie parole
come fossero
la vita che ascolto
nel cuore degli uomini,
sono solo
quel poco
che filtra,
sono il mare profondo.
Non disperate di scrivere,
ne vale la pena.
Scritta e vissuta non solo oggi
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