Dunque queste parole
(guardale)
che il tocco d'un dio dentro di noi
ci fa erigere d'orgoglio
entro un contesto infimo e banale
e che poi finiscono dimenticate
sbiadite
come segni da uccelli in volo
riflessi da un parabrezza d'auto
nel fermo solo dell'estate
Ciò che scompare e ciò che rimane
le vocali
parti molli che se n'evaporano
fino ad assentarsi
in poca e rada traccia
macchia cómedilichène su superficie sbavata
le consonanti a rimanere dritte
costole e vertebre di fossili
nella piana gìroorizzónte
d'un deserto di suoni
a perenne parziale memoria
monito
per chi verrà
Oppure
parole martellate al fuoco del pensiero
a brandelli
nel campo minato ch'esplode d'esistenza
di voci
pagina per tutti e per nessuno
sulla quale loro sanno e vanno
anche per noi
(tratta dalla raccolta inedita "Verba")
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