Pubblicato il 24/02/2012 09:52:39
di Ninnj Di Stefano Busą
Dentro di noi ne avvertiamo l'esigenza, lo stimolo, il conforto che ne potrebbero derivare, ma siamo ormai incapaci di rintracciare la nostra "spiritualitą" fortemente oltraggiata, derisa, ignorata, trascurata dala immensa mole di sollecitazioni esterne, che abiurano alla profonditą e veritą del soggetto-animatore che dentro di noi abita.
In qualche attimo di assoluto privilegio, "qualcosa" canta in noi, ci consente una parziale visione dell'assenza, chiede, talvolta, a gran voce di essere rigenerata, alimentata. E' la voce della coscienza come promessa dell'assoluta, indivisuģibile percezione di essere pił che di avere. Riempirci di splendore, di luce, di desiderio , raggiungere intinerari spirituali che ci arricchiscano all'interno, che ci progettino qualcosa di alto, di nobile, di migliore per la nostra esistenza.
Una vita degna di essere vissuta č l'anelito di tutti.
Ma cosa puņ significare oggi il concetto stesso di spiritualitą non osiamo neppure immaginarlo. Non ne abbiamo neppure l'idea, lo avvertiamo come percezione, come essenzialitą di un tutto, di un corpus ineludibile che si presenta a noi come "anima", concetto astratto che si qualifica come irrangiungibile meta di un quotidian percorso dalla tenebra alla luce.
Ma dove stanno il buio e dove la Luce...non riusciamo a comprenderlo. C'č un vuoto dentro di noi, un vuoto che ci modella, senza la nostra volontą, incolpevolmente o non, verso un'informale, stereotipata visione della vita.
Allo stesso tempo, siamo stritolati dalle passioni, dai desideri, dai tormenti quotidiani che ci allontanano sempre di pił dal nucleo centrale del nostro esser(ci). Brancoliamo nel vuoto assurdo delle nostre incapacitą pregresse, ma non abbiamo sensazioni di superamento dallo status di frustrazione. Il vuoto ci prende, ci spende nella miriade di sue profanazioni, corrutele, inganni.
Vorremmo ritrovare, indubbiamente, il senso della sacralitą, ma siamo infiammati dalla grettezza, dalla pura e semplice incapacitą a donarci senza remore ai moti del cuore, agli impulsi del sentimento, alle vicende amorose, sociali, politiche, religiose con una visione pił ampia e meno banalizzante.
Da ogni parte si avvertono i sintomi di questa atroce contraddizione. Siamo la domanda senza risposta, l'opposto e il contrasto vivo e tagliente della nostra miseria spirituale.
Stiamo assistendo ogni giorno di pił allo sfaldamento di tutti i valori, alle remore etiche, al faņņomento dei significati pił elevati e sobri.
Siamo di fronte al diffondersi di un <indivisualismo> senza precedenti, una sperimentazione delle passioni e una diversificazione dei sistemi esistenziali senza freni.
Ci occorrono nuovi modelli, nuovi mondi da esplorare, nuove vie da percorrere: il tragitto verso la Luce č inquivocabile o ci si allinea per raggiungerlo, oppure soffriremo sempre di pił il vuoto, la desolazione, l'annientamento delle risorse spirituali.
Siamo ad uno sbocco finale. Il passaggio da un'era all'altra ci ha visto spettatori impassibili scivolare verso abissi fondi. Oggi č tempo di tirarsi indietro, di iniziare a percorrere un sentiero che ci conduca alla consapevolezza di essere su una strada senza ritorno: allora, o reiterare l'inganno o, modificare l'assetto, l'opportunitą di crescita spirituale.
L'antico metodo scientistico ha messo in luce che il matrimonio tra scienza/fisicitą non sta pił in piedi, ne ha ampiamente mostrato i limiti. La fisica quantistica ne ha esaltato l'universalitą materialistica della visione newtoniana, incentrata sull'atomismo dei nuclei e sugli atomi isolati, racchiusi nei margini di spazio-tempo.
Oggi, dopo l'illuminismo, attraverso la coscienza dell'intelletto pensante, ma anche dell'intelligenza dell'anima la concezione dell'universo č vista sotto un altro aspetto, il dettaglio non č di poco conto. esiste un legame tra corpo e anima, tra sacro e profano.
E' davvero priva di scopo la nostra esistenza? c'č senso ad essere qui, ora nella nostra veste di protagonisti del nulla o dell'indissolubile mistero che ci trascende? Esiste la metafisica, esiste Dio, c'č legame tra la religione e la spiritualitą che tanto evochiamo?
La sfida č aperta.Tutto sta nel dirigere bene le forze interne a noi, non sprechiamo fiato ad evocare assurde dinamiche di funzionalitą, mettiamo in moto le nostre sinergie e affrontiamo la prospettiva e la sacralitą della vita con occhi diversi, ma soprattutto con nuovi metodi e nuove discipline che non contrastino lo spirito che abbiamo dentro.
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