Pubblicato il 05/07/2018 16:09:44
Mi son persa dentro a un sogno. Era notte, all’improvviso tanta gente s’accalcava in un locale, e la scena ritornava all’infinito. Tutti in coda per prendere un caffe’. E io, prigioniera tra la folla, cercavo con lo sguardo un alchunche’ di familiare, una traccia di vita. Battevo i pugni contro le pareti vischiose e molli della mia prigione; non un rintocco, neppure un’eco mi davan ragione. Sono sola, pensai, forse son morta, e non c’e’ porta per ritrovare la strada di casa. Ma una voce bambina sussurrava piano: ”Apri!”. Dapprima, non prestai orecchio a quella che sembrava un’illusione: ”Apri!”. Provavo una pressione sulle palpebre, come qualcuno che spinge per entrare. Ed ecco, una luce velata, di stanza familiare, filtrava lieve attraverso il sipario infernale.
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