Per non dare fastidio, per non fare rumore;
Discreto, sbrigavi da solo
L'assillo dei mali, la morte di ore
Che divorava il tempo,
A volte più in fretta, spesso più lento
Se ti prendeva la stanchezza
Di vivere afflitto, ché più non avevi
dalla tua parte l'età forte.
Ora che appartieni alla schiatta dei morti,
Ora che più non siedi con noi a tavolino
Mi chiedo, mi chiedi a memoria,
Il senso del tuo e del nostro destino,
Di tutti noi figli non figli dell'unica Storia.
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