Pubblicato il 23/07/2010 11:57:39
Ho un dolore che sanguina vento Su capi e frontiere flesse all'aurora del rimando. Un volto istoriato a chiaroscuro, Che fa le veci al sole E un disordine che odora rotta, Arando vele a Dio * E ancora il forse a scalfirmi Che artiglia con unghie di falena E ne divora sale all'ombra di panchine incustodite * Sono pioggia imprecisa E mentre conto miglia infilo perle piane Su fili immaginari tingendomi le mani di follia * Potete cogliere lacrime intarsiate su scogli Come mitili arresi per farne maree Dove il sempre posa sfamato Un tratto che mai muore Prima d'abbandonarsi sul mare * Luna Parodia sbieca Osservarti mentre inventi condanna. Di questo cielo che ci slega Potrei mangiarne curva Se solo mi voltassi al tuo pallore muto. Potrei plasmarne uscio Scovando chiavi Laddove barlume arretra al nome dell'amore * Morirai mai, luna? Spegnerai la notte fra le tue labbra al neon E sarò scroscio nuovo. Sarà così. Lo sento * Spirerai col fiato del silenzio E diverrò tua sposa rendendoti mia culla. Libererò corpo da aghi senza crune E scivolando su screpolature indomite Vestirò nome freddo * I turbamenti sono semi d'ortica Ho terra incolta quanto basta a renderti sovrana. Conobbi l'amore e ne inventai carni affamate Per poi farne digiuno. Vegliando torpori in balia di diluvi Ho intinto pane su labbra di mimosa Sentendo accordi nudi * E non so dirne pena Se questa mi è di grazia Né so scompormi fitta Se in questa ho divorato miele Creandomi respiro * E che d'amore se ne parli ancora Che se ne dica sangue,e vizio, e torto, e offesa. E se di morte si dirà, Bussatemi le ossa E puntate a bandi in mostra d'inchiostro vaneggiato * Che possa averne tralci Di questo mio sfiorire su semi circolari. Fiotto per ungerne esordio E vampa per ravvivarne fuga. Che sia sempre replica per poi farne principio. E se mancarmi ne sarà balzello Rinascerò selciato per svolgermi stagione A partorirmi fiato * Dammi l'istante luna. Dammi l'attimo che serve a non svanirgli. Quanto basta a ritrarmi vera. Il tempo di una luce fiocca scialba Un avanzo ad infilarmi dentro Per offrirgli mosaico di rimpianto * Dovrei sbocciare nel deserto come rondine Prima d'andarmi oltre. Dilagare l'alba del suo odore fino a farne sabbia. Con canestri allestiti all'esodo Trafiggerò il mio dire cavandone poesia A farmi cosa viva * La luna spira. Cullando a rilento cortometraggi illusi Cola quiete su accenni insabbiati in verticale. Dal basso, a fissarla un pierrot accecato Sorride chino Spegnendole confini
(alias Marina Minet) 2005
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